Discussioni interne al Partito


MINUTA  DEI  DISCORSI  CONCLUSIVI  DI  L.D. TROCKIJ   E   DI  I.V. STALIN  AL  PLENUM  UNIFICATO  DEL  CC  E  DELLA  CCC  PCR(b) 

Pubblicato su Ivstetija 1990
Traduzione di Giorgio Paganini


26 Ottobre 1923 1

 

 


Trockij.    Compagni!  E’ stata qui citata una mia affermazione sulle controversie che ci sono state su tutta una serie di questioni.  Ma alcuni compagni hanno tentato di farne un dramma, quasi che il partito sia dilaniato da [conflitti]  insanabili. Ciò che è stato qui citato, altro non è che una risposta a Kujbyschev. Kujbyschev mi aveva accusato di avere un approccio troppo radicale alle tematiche in corso. (2)  

     Varejkis invece ha toccato una questione più ampia, quella della politica estera. Gli ultimi telegrammi dalla Polonia dicono che il discorso di Trockij al congresso dei metalmeccanici ha prodotto sui governi borghesi l’impressione che noi siamo per una politica di pace. (3)  Devo intervenire come Commissario del Popolo per gli Affari Militari; rispondere alla domanda se ci sarà o no una guerra; affermo che la linea da me seguita è del tutto corretta. 

     La mia lettera ha avuto due interpretazioni: c’è chi dice che l’intervento di Trockij è un fulmine a ciel sereno e lo spiega con il malcontento di Trockij a proposito della composizione del RVSR [Soviet Militare Rivoluzionario della Repubblica.]; altri dicono che Trockij si limita a ripetere ciò che va dicendo da due anni; anche con Lenin.

     Compagni, qui è stato detto che ci sarebbero stati degli incontri particolari. Compagni, è necessario assumere una sola linea comune. Naturalmente non sono vere né l’una né l’altra interpretazione; si tratta degli strascichi di precedenti controversie.  Ma sono sorte nuove divergenze e una nuova situazione le ha inasprite: ciò è successo alla fine di quest’anno;  è una assoluta menzogna affermare che io non le abbia sottoposte all’attenzione del Politburo. Le sottoposi e questi sono i risultati. Rykov tentò di convocare una riunione apposita. Non ci fu. (4)  Poiché all’interno del Politburo c’è un altro Politburo e, all’interno del CC, un altro CC,  io fui escluso dall’effettivo esame di questa questione.

     Non avevo la possibilità di rivolgermi ad altri membri del CC per informarli, mi era rimasta soltanto questa via.  Zinov’ev dice che io [sono irremovibile, ma]  questo è assolutamente puerile; non mi vedevo con Serebrjakov da due anni; quando si rivolse a me io gli risposi: perché questa pjaterka?  Dopotutto abbiamo il Politburo, il CC.  Se Zinov’ev vuole stabilire delle normali relazioni, bisogna eliminare non solo la trojka ma anche la pjaterka. (5

     Perché non sono passato attraverso la CCC. Si è molto parlato di “burocratismo”. Non starò a ripetere questa parola, ma qui essa è molto opportuna.

     I membri della CCC sono a conoscenza di una serie di fatti che li porta ora a definire ”trockisti” coloro che non combattono attivamente contro Trockij. Ma chi è un “trockista”? Io non ho mai portato fuori dal CC le divergenze che ci sono state. In che senso esse potevano essere “trockiste”? Chiamano “trockista” colui il quale,come dice Petrovskij, credeva che non fosse necessario appartenere ad un determinato “ambiente” o colui di cui ha parlato Frunze.  Io non avevo fiducia nella maggioranza della CCC,  non nella CCC. Perciò non mi sono rivolto ad essa.  

     L’alfiere della politica della Segreteria (di quella che reputa “trockista” chiunque non manifesti un’aperta sfiducia verso Trockij) è stato Kujbyschev. Ora Kujbyschev e Jaroslavskij sono nella CCC.  Il Presidium della CCC discute la questione della colpevolezza di un membro del partito (6) attribuendogli a colpa  [un comportamento non di partito e]  non lo convocano per un chiarimento. Non dovrebbe forse questo caratterizzare una CCC ? Ci fu la convocazione del Presidium della CCC con i membri della CCC.  (7) Io sono stato forse invitato a parteciparvi? La CCC deve essere un organismo indipendente atta a correggere gli eccessi, le insufficienze da parte dei membri della CCC. 1*

     Io affermo che voi avete trasformato la CCC in uno strumento della Segreteria del CC nella lotta interna al partito. Voi avete corrotto il pensiero di Vladimir  Il’ic. Io non mi sono appellato alla CCC. Mi accusate di questo. E’ proprio questo il burocratismo contro il quale io mi ribello. 

     Sul bonapartismo.  ( Kamenev: Questa parola non è stata detta). Io non posso sorvolare sulla lettera dei membri del Politburo, (8) così come consiglia il c. Kamenev.

     Nella lettera è detto: “ Io voglio aggiungere ai pieni poteri che ho, quale Commissario del Popolo per gli Affari Militari, anche i pieni poteri nel VSNX “. [Soviet Supremo dell’economia popolare]  Tutte le nomine nell’esercito sono effettuate attraverso l’Orgburo e il Politburo. Personalmente io sono a capo dei distretti…..  2*  

     Ciò che viene detto sui pieni poteri del Ministero per le questioni militari serve soltanto ad ingannare dei provinciali. Si dice: nel XII congresso io ho detto che l’esercito si avvicina al partito (9) mentre ora affermo il contrario. Niente di tutto ciò. Questo processo continua. Io ho parlato delle condizioni del mio lavoro personale. Adesso ogni funzionario che lavora con me, anche se si limita semplicemente a lavorare, è sospettato di essere un “trockista”.

( Sebbene io non abbia mai parlato, neanche con Skljanskij che è il mio collaboratore più vicino, di questioni di partito).  Il quadro è quello di un completo isolamento. E questi sono gli “illimitati” “poteri” del Ministero della guerra.

     Con il VSNX io potrei farcela e non peggio di molti altri. Ma ho risposto a Buxarin che non è possibile abbinare questo lavoro a quello militare. 

     Una conversazione con Vladimir Il’ic (quando ho parlato della vicepresidenza, etc.) (10)  Un aspetto di carattere privato, la mia origine ebraica. Vladimir Il’ic il 25 ottobre [1917], sdraiato sul pavimento dello Smol’nyj, disse: ”A voi 3* ed io creeremo l’NKVD; voi schiaccerete la borghesia e la nobiltà”. Io replicai : ” l’NKID ”. [Commissariato Popolare per gli Affari Esteri. Nota del trad.] La mia opposizione fu risoluta. 

Commissario del Popolo per gli Affari Militari; (11) la mia opposizione fu ancora più forte. La nomina fu molto ostacolata.  Nella mia vita privata non ebbe alcun ruolo; dal punto di vista politico è stato un lavoro molto impegnativo. Vladimir Il’ic  ne aveva fatto una fissazione. Vladimir Il’ic mi propose di diventare Vicepresidente (unico). Io mi opposi per le stesse ragioni e Vladimir Il’ic fu quasi d’accordo.

Perché non entrai nel Soviet dei Commissari del Popolo e nel Soviet del Lavoro e della Difesa? Più di ogni altra cosa temevo  che si creasse l’impressione che Trockij volesse costituire una frazione.  

Vladimir Il’ic, dopo il X congresso, si mostrò più diffidente; io mi presentai a lui e  4*  gli dissi che non c’era assolutamente nulla da temere; io non l’ho ingannato; io non ho mai portato all’esterno niente che potesse essere inteso come il sorgere di divergenze, come critica al CC.   

Quando i diversi pareri sulle questioni economiche si acutizzarono (Gosplan).

     Penso che sia necessario un organismo istituzionale in grado di esaminare dettagliatamente tutte le questioni, dal punto di vista di un loro coordinamento economico, prima che esse siano trasferite alle decisioni degli organi superiori.  Io non posso votare nel Politburo, se personalità competenti e di provata esperienza non hanno preliminarmente studiato a fondo queste questioni.  Se io fossi sollevato dall’altro incarico e collocato nel Gosplan, non avrei nulla da obiettare; affermo che le nostre crisi per il 50, 75, 100% si sono aggravate per una mancanza di pianificazione.  Il Gosplan è il più importante dei nostri organismi. Ma ora rappresenta il problema più importante se non sarà riorganizzato.  Che ci sto a fare io nel Soviet  dei Commissari del Popolo se il Gosplan non sarà riorganizzato?  E’ fisicamente impossibile infatti che io possa assumermi l’onere di un esame dettagliato di tutte le questioni o di trasferirle dal Politburo al Soviet  dei Commissari del Popolo oppure al Soviet del Lavoro e della Difesa. La mia giornata di lavoro è abbastanza piena.   L’insinuazione sulla mia attività circa i problemi della vita quotidiana (12): preciso che ciò avvenne durante un permesso per malattia.

     L’unica via di uscita è la riorganizzazione dell’ istituzione. 

     La situazione interna al partito.  Gli ucraini hanno messo i puntini sulle i. Mancev li aveva trasferiti. La sua relazione corrisponde ad una logica di posizione;  mentre Frunze ha detto che non vi corrisponde; Petrovskij  ha detto che vi corrisponde in parte, laddove egli parla di  “ambiente”.  Io non sono mai stato un “democratico”.  L’unica dottrina all’interno del mondo militare è “l’encenismo” (13).  Frunze ed io abbiamo polemizzato molto amichevolmente su questa questione; in seguito hanno pubblicato un opuscolo. (14

     Arzanov. Anche lui mi è vicino, così come Sologub o Arens. Ma tutto il problema consiste nel fatto che bisogna sollevarlo dall’incarico. Egli è un uomo straordinariamente energico. Non appena decisero di sostituirlo, io fui d’accordo.  Hanno nominato Dmitrev come aiutante. Ha lavorato per tre mesi senza essere idoneo. Kolegaen è ammalato. Hanno rimosso Os’kin, hanno nominato un aiutante. Deve ambientarsi, nomineremo. Il problema delle sostituzioni si sta rilevando terribilmente serio, si tratta di una divergenza di principio. Su Voroschilov e le annotazioni su un pezzo di carta. Io ho una buona memoria, ma non ricordo assolutamente questa cosa. 

     Non ho preso la patente di democratismo. Tuttavia la situazione che ho trovato mi ha obbligato a dedicarmi alla questione. I miei appunti sulla riunione del Politburo dell’ 11 / X  (15) sono un dato di fatto.  Una delle due: o si opera una svolta nella democrazia del partito, oppure  si accetta il fatto  che essa gode di ottima salute. Si dice: “Io sono intenzionato a creare una frazione”.  Quando? In quale momento? Per cosa? Dove? In seno all’esercito? Mettetevi d’accordo finalmente! Voi lo chiamate bonapartismo. Dal momento che ho pensato e verificato le mie impressioni con una decina di compagni provati  e ho detto: meno misure poliziesche, più pianificazione, voi mi volete condannare. 

     Parlerò francamente.

     Abbiamo dei compagni nel Politburo i quali vogliono che la questione si concluda nel senso di una costante estremizzazione dei diversi pareri da portare fra le masse del partito, in modo tale da rendere impossibile il lavoro futuro.

    La maggioranza non vuole questo. Temo che la vostra unilaterale decisione (16) prepari il terreno per coloro i quali vogliono distruggere la base di un ulteriore lavoro collettivo.

     Mi trovo in condizioni molto difficili. Non posso intervenire contro coloro i quali vogliono far credere che io stia lottando contro le tradizioni di Vladimir Il’ic. La mia posizione è tragica. Non posso spiegare, accettare la lotta. Il fatto che in un tale momento gravi su di me il sospetto di un personale…..5* mi riterrei tre volte mascalzone e tre volte pazzo.  Se farete un passo lungo la strada che sembra vogliate prendere, commetterete un gravissimo errore. 
 
 

Stalin.  Qualche nota realistica a proposito di alcune dichiarazioni.  

     1) Nella II lettera (17) Trockij afferma che sulla questione nazionale ci furono tra noi delle divergenze non soltanto per l’azione di singoli funzionari dell’apparato di partito, ma anche per questioni di principio. Non capisco: non ci furono gravi divergenze. (18

     2)  Perché i membri del Politburo esitarono a stampare l’articolo di Lenin sul Rabkrin.  (19) Sosnovskij cede al misticismo. La faccenda era questa: in tre punti dell’articolo, c’era un accenno sul pericolo di una scissione. Temevamo che il partito ne fosse disorientato. Ma nel Politburo non ci fu alcuna divergenza. Trovammo una soluzione: inviare ai Comitati di Gubernija, assieme all’articolo, un avviso da parte di tutti i membri del Politburo, assicurando che non c’era il minimo pericolo di scissione.  

     3)  Dice Trockij che, su delib[erazione del congresso], le commissioni di partito per le questioni economiche, non sono necessarie. (20)  Ma là si parla di commissioni occasionali. Non si può in nessun modo chiamare così la commissione per il salario.  Una settimana fa hanno nominato una commissione per la difesa del Paese con Trockij presidente.  Forse si può lavorare anche senza di esse. 

     4) Sullo strappo alle regole operato dalla Segreteria nei confronti degli organi del RVSR [Soviet Militare Rivoluzionario della Repubblica], relativamente all’assegnazione dei posti di comando nell’esercito. Trockij non ne ha mai parlato. Abbiamo interpellato Antonov-Ovseenko. La sua risposta: non ci sono state occasioni di dissenso. 

     Passo alle questioni sollevate da Trockij e dai 46.

    Osinskij ha detto: “siamo come trascinati nel vortice di una forza naturale ”. Trockij ha detto: “siamo di fronte ad una crisi, non c’è una pianificazione, non dominiamo gli eventi”.  Le crisi sono un elemento necessario della NEP. Voi non capite la NEP. Alla prima difficoltà, avete cominciato ad ululare. Ci vuol ben’altro.  

     Sullo squilibrio dei prezzi. Vi siete occupati di questo problema? La base delle “forbici” (21) consiste nel fatto che l’industria non si sviluppa con lo stesso ritmo dell’agricoltura. Ci sono pochi prodotti industriali e molti cereali. Per ora non possiamo esportarli. Voi non risolverete la cosa con il miglioramento del Gosplan.

     C’è ancora un aspetto delle “forbici”. La metallurgia e l’industria carbonifera sono in deficit. 

     Terza causa: I trust e i sindacati sono monopolisti.  “ Stabilisco i prezzi, ma così non risolvi nulla, non vai da nessuna parte”. E’ questo che bisogna risolvere, a ciò va rivolta l’attenzione.

     Forse che c’è qualcuno contrario al miglioramento del Gosplan?  Trockij è stato spesso costretto ad astenersi dal prendere posizione perché il problema non è stato sufficientemente esaminato a fondo. Ma se anche noi ci fossimo astenuti? Cosa sarebbe successo? Non si può erigere l’astensione a principio teorico. E’ ridicolo costruire una piattaforma sulla necessità del miglioramento del Gosplan.

     Sosnovskij crede che se noi “sprecassimo” le macchine agricole,dandole ai contadini, saremo in grado di salvare la situazione.  Ma anche questa proposta non è che una goccia nel mare. Bisogna importare i prodotti industriali, ma per far questo sono necessari i soldi, e noi siamo di fronte ad una guerra.

     Voi invece, anziché dare una mano per discutere su questi problemi importanti, ve ne uscite con delle piattaforme. In tutti gli interventi degli oppositori non ho trovato alcuna concreta proposta. 

     Il CC porta a compimento le decisioni dei congressi.  L’ XI  congresso ha detto: anzianità di servizio per i segretari e conferma delle istanze superiori. (22) Questa è una limitazione della democrazia. Sono i risultati dell’epurazione: una metà del partito licenzia l’altra metà. Ma anche questa è una limitazione della democrazia. Tutto questo sistema di misure sono a difesa del partito dall’influenza della NEP.

     Democratici, ditelo al congresso che questa limitazione, che deriva dall'influenza della NEP, non è necessaria. Vedremo se il congresso concorderà con voi. Ma per ora noi siamo un organo subordinato che adempie alle deliberazioni del congresso. 

     Non c’è discussione, dice la Jakovleva. Come la dama di Cechov: “Datemi dell’atmosfera”.   Ci sono momenti in cui non si discute. 

     I compagni che provengono da vari luoghi, dicono che ora,  nei Comitati di Gubernija, sulle questioni economiche c’è il buio più completo. Il partito si è impegnato in un lavoro enorme e di grande portata su questioni insignificanti.  In un momento come questo inventarsi una nuova discussione è semplicemente criminale. Non è stato un caso che qualcuno si sia rivolto al CC con la proposta di un dibattito e che il CC l’abbia respinta. Il gruppo dei 46 ha sollevato il problema per menar scandalo, ma non ha fatto alcun tentativo per un esame concreto della questione.  

     Il CC non ha mai nascosto tutte le questioni economiche. Non sta in esse la sostanza del problema. Ma nel fatto che il c.Trockij e il gruppo dei 46 non hanno utilizzato le vie consentite dal partito e, passando sopra al CC, si sono rivolti ai membri del partito. Qui essi hanno parlato di sciocchezze ma non del motivo principale per cui siamo qui riuniti. La realtà è che, non avendo utilizzato le vie legali per correggere gli “errori” del CC, [Trockij],  scavalcandolo, si è rivolto ai membri del partito.

     Trockij scrive che considera suo dovere rivolgersi a qualsiasi membro del partito sufficientemente preparato. Se Trockij avesse esaurito tutte le possibili vie legali per correggere gli “errori” del CC, egli avrebbe avuto ragione e sarebbe stato obbligato a passar sopra al CC, rivolgendosi ai membri del partito. Ma egli non ha compiuto questi tentativi. In ciò sta il nocciolo della questione che ci ha qui riuniti.  Una discussione allargata adesso è estremamente pericolosa. Sia i contadini che gli operai perderebbero la fiducia nei nostri confronti, i nemici la interpreterebbero come una nostra debolezza. Abbiamo vissuto un dibattito simile nel 1921 (23).  Noi allora ne fummo terribilmente danneggiati.

     Trockij, passando sopra al CC, crea una situazione di lotta frazionistica, compie un passo estremamente pericoloso. I 46 hanno fatto un passo ancora più avanti.

     C’è una via d’uscita: noi non possiamo ripetere l’esperienza della discussione avvenuta al X congresso. Allora Trockij la iniziò, rifiutando di accettare la proposta di Lenin di considerare esaurita la questione all’interno della commissione sindacale del congresso. Il caso si è ripetuto. Trockij si è spinto oltre, creando una situazione che minaccia di sfociare in una scissione. Così va valutata e condannata l’azione di Trockij. Bisogna creare le condizioni necessarie affinché, sul piano normativo, tutte le divergenze siano risolte per il futuro negli organi collegiali e non portate all’esterno. 

 





NOTE:

 

(1) Gli interventi di L.D. Trockij e I.V. Stalin al Plenum unificato del CC e della CCC del PCR(b) del 26 ottobre 1923 furono scritti dall’aiutante del Segretario del CC del PCR(b) B. Bazanov, in corsivo, con parole e frasi abbreviate poiché, prima del gennaio del 1924, le riunioni dei Plenum del CC del partito non erano stenografate. Egli stesso rielaborò, corresse e completò il testo dell’intervento di L.D. Trockij nel Plenum (pubblicato nella rivista “Questioni di storia del PCUS”, 1990, N. 5, pp.33-39). Nella presente pubblicazione le abbreviazioni che non danno adito a dubbi sono state esplicitate senza riserve. Le parole aggiunte dai curatori sono poste in parentesi quadre. Gli appunti dei discorsi sono pubblicati nell’ordine in cui essi furono pronunciati al Plenum, sebbene nell’archivio si trovi per prima la minuta del discorso di I.V. Stalin e poi quella di L.D. Trockij. 

(2) Il riferimento è ad una conversazione tra V.V. Kujbyschev e L.D. Trockij, dopo che quest’ultimo, il 25 settembre 1923, aveva abbandonato la riunione del Plenum del CC del PCR(b) che esaminava l’allargamento della composizione del Soviet Militare Rivoluzionario della Repubblica ad altri sei membri del CC. 

(3) L.D. Trockij, il 20 ottobre 1923, era intervenuto al congresso di Gubernija di Mosca dei sindacati metallurgici, con una relazione sulla situazione internazionale e le prospettive della rivoluzione in Germania e, in particolare, aveva detto: “Dobbiamo prendere tutte le misure per evitare la guerra e questo significa soprattutto che noi dobbiamo rafforzare, decuplicare il nostro normale lavoro quotidiano” (“Pravda”, 1923, 21 ottobre). 

(4) L.D. Trockij parla della riunione nella sua lettera al Presidium della CCC e al Politburo del CC del PCR(b) del 19 ottobre 1923. (Cfr. “Izvestija del CC del PCUS”, 1990, N. 7, p.175). 

(5) La cosiddetta “Trojka”  (G.E. Zinov’ev, L.B. Kamenev e I.V. Stalin) si era formata alla fine del 1922, quando, a seguito della malattia, V.I. Lenin non poteva seguire con sufficiente attenzione l’attività del Politburo del CC.  Più tardi essa fu integrata con N.I. Bucharin e A.I. Rykov ( “pjaterka”) e, successivamente con M.P. Tomskij e V.V. Kujbyschev ( “semerka” ).

(6) Trockij si riferisce alla risoluzione del Presidium della CCC del PCR(b) del 15 ottobre 1923 dove fu esaminata la questione dell’invio della sua lettera ai membri del CC e alla CCC del PCR(b) dell’ 8 ottobre (Cfr. “Izvestija del CC del PCUS”, 1990, N. 5, pp.178-179). 

(7) L.D. Trockij si riferisce alla riunione del Presidium della CCC del 17 ottobre 1923 alla quale presero parte 26 membri e candidati della CCC. Fu discussa la relazione di V.V. Kujbyschev e E.M. Jaroslavskij sulle lettere di L.D. Trockij.  Fu approvata la seguente delibera: “Senza esaminare la risoluzione del Presidium della CCC punto per punto, l’assemblea sottoscrive fondamentalmente la valutazione, data dal Presidium della CCC, di ciò che è accaduto, e l’ orientamento da esso assunto in questa questione” (CPA IML,  f. 17, op. 2,  d. 685,   l. 102 ).  

(8) Si riferisce alla risposta dei membri del Politburo del CC del PCR(b) del 19 ottobre 1923 alla lettera di L.D. Trockij dell’ 8 ottobre 1923 (Cfr. “Izvestija del CC del PCUS”, 1990, N. 7, pp.176-189). 

(9)   A conclusione della relazione sull’industria, L.D. Trockij disse: “ Le relazioni tra l’esercito e il partito nel corso di questi anni sono cambiate dal punto di vista dell’organizzazione. C’è stato un periodo in cui il partito creava direttamente sul terreno squadroni di cavalleria, reggimenti di fanteria; i Comitati distrettuali e di Gubernija hanno gestito direttamente questo lavoro….. Adesso abbiamo le truppe organizzate in divisioni e corpi d’armata che hanno una propria organizzazione centralizzata la quale non coincide con quella dei Comitati distrettuali e di Gubernija. Ma se si considera l’esercito sotto l’aspetto politico, con l’apparato del partito in esso presente e con i comitati locali che ne sostengono il carattere e lo spirito combattivo, allora mai l’egemonia del partito nell’esercito è stata così piena, così incontrastata, così profonda, così indiscutibile, come lo è ora.” ( Dodicesimo congresso del PCR(b). Resoconto stenografico, p.417). 

(10) Nel settembre del 1922 V.I. Lenin presentò la proposta di approvare la nomina di L.D. Trockij  a Vicepresidente del SNK RSFCR [Consiglio dei Commissari del Popolo  della Repubblica Socialista Federale Sovietica della Russia], ma L.D. Trockij rifiutò.  Nel gennaio del 1923 a Trockij fu nuovamente proposto di assumere quella carica ed egli nuovamente rispose con un rifiuto. (Cfr. Dodicesimo congresso del PCR(b). Resoconto stenografico, pp. 198-199).

(11) Dal 1918 L.D. Trockij era Commissario del Popolo per gli Affari Militari e della Marina e presidente del Soviet Militare Rivoluzionario della RSFCR (SSSR). 

(12) Si riferisce all’opuscolo di L.D. Trockij “Questioni di vita quotidiana”, M., 1923.

(13) L’Encmenismo è una teoria biologica che si esprime nella forma di un materialismo meccanicistico volgare il quale tenta di unificare le idee della riflessologia,  elaborate da I.P. Pavlov, con il kantismo e il machismo. Il suo fondatore  E.S. Encmen, pensava che l’uomo fosse “un sistema di movimenti organici” dotato di reazioni fisiologiche, senza partecipazione della psiche. Queste concezioni furono criticate nell’opera di Bucharin “ L’encimeniade
( Sulla questione di una degenerazione ideologica)”  (Cfr. “ Rossa terra vergine”, 1923, libro 6).  In questo contesto Trockij, evidentemente, si riferisce ad una determinata impostazione programmatica della formula “un’unica dottrina militare”. 

(14) E’ chiaro che L.D. Trockij si riferisce alla polemica tra lui e M.V, Frunze avvenuta nella riunione dei delegati militari dell’XI congresso del PCR(b) nell’aprile del 1922 e al libro: Il fondamentale compito militare del momento. La discussione sul tema di una dottrina militare unica. Resoconto stenografico del secondo giorno della riunione dei delegati all’ XI congresso del PCR dell’1 aprile 1922. M., 1922.  

(15) Nella riunione del Politburo del CC dell’11 ottobre 1923 fu discusso il problema della lettera di L.D. Trockij ai membri del CC e della CCC del PCR(b), dell’ 8  ottobre 1923. (Cfr. “Izvestija del CC del PCUS”, 1990, N. 5, p.175).  Qui ci si riferisce agli appunti redatti da L.D. Trockij alla riunione del Politburo e da lui utilizzati nella lettera ai membri del CC e della CCC del PCR(b) del 23 ottobre. ( Cfr. il documento precedente). 

(16) Il riferimento è alla posizione, qui sotto pubblicata ( Cfr. il documento seguente) del Plenum di ottobre (1923) del CC e della CCC del PCR(b). Sulla base di un progetto di risoluzione, fu proposto come candidato a  membro della CCC A.F. Radcenko. Altri progetti di risoluzioni ( di N.K. Gonciarov e E.A. Preobrazenskij) tesi alla ricerca di un compromesso,  furono respinti. 


(17) Sulle divergenze a proposito della questione nazionale, si parlava nella lettera di L.D. Trockij del 23 ottobre 1923. (cfr. il documento precedente) e in altri suoi scritti). 


(18) Sulle divergenze nella Direzione del partito a proposito dei rapporti statutari fra le repubbliche sovietiche cfr. “Izvestija del CC del PCUS”, 1989, N. 9, pp. 191-218;   1990, N. 9, pp. 76-78.  

(19) Cfr. la nota (15) del documento precedente. 

(20) Nella lettera di L.D. Trockij del 23 ottobre 1923 (cfr. il documento precedente) si cita la risoluzione del XII congresso del PCR(b) “Sull’industria”, dove si dice che la creazione “di ogni genere di commissione temporanea e casuale” rappresenta “il male più grande della  nostra  attività di governo”
( Cfr. Il dodicesimo congresso del PCR(b). Resoconto stenografico,p. 679). 

 

(21) Cfr. “Izvestija del CC del PCUS”, 1990, N. 5,  p.174, nota (14).


(22) Secondo la risoluzione dell’XI Conferenza Panrussa, ratificata dall’XI congresso del PCR(b), “Sul rafforzamento del partito alla luce dell’esperienza acquisita nella verifica personale dei suoi iscritti”, i segretari dei  Gubkomov [Comitati di Gubernija] dovevano avere un’anzianità di iscrizione al partito antecedente l’Ottobre, mentre i segretari degli Ukomov [Comitati di Distretto], un’anzianità di iscrizione di tre anni. Per di più, le nomine dei segretari dei Gubkomov e degli Ukomov dovevano essere approvate dalle superiori istanze del partito. 

(23) La questione sui “vertici” e sulla “base”, in questo periodo, divenne molto aspra. In un discorso alla riunione del CC di fine settembre del 1923, F.E. Dzerzinskij disse in particolare : “ Noi vediamo che la causa fondamentale del malcontento, sorto fra i lavoratori, trova una chiara espressione proprio nell’opposizione allo stato Sovietico: si tratta di un nostro distacco dalle cellule che stanno più in basso e di un distacco di queste ultime dalle masse”. (CPA IML, cit., f.76, op. 3, d. 296, l. 41). La questione emerse, con forza particolare, nel corso della discussione sulla situazione interna del partito che cominciò sulla stampa il 7 novembre.


 

1* Evidente errore di scrittura. Ci si riferisce al CC.    Red. 

2* Così nel testo.    Red. 

3*Evidentemente “Voi”.      Red. 

4* Una parola illeggibile; si può supporre “categoricamente”.     Red. 

5* Così nel testo.    Red. 

 


 


Ultima modifica 10-06-2009