Una protesta giustificata

Benjamin Peret

 


Pubblicato sul "Le Libertaire" il 30 marzo 1951
Tradotto dal francese da Hectòr Ternàz


 

Al signor redattore capo,

Lo scorso 14 marzo, Combat ha dedicato il suo editoriale agli avvenimenti di Barcellona. Dopo aver salutato gli scioperanti catalani e aver presentato il movimento con obiettività, il signor Fabiani, l'autore dell'articolo, ha scritto: "Allo stesso modo in cui le Encicliche di Pio XII hanno inferto al fascismo italiano il suo primo colpo, la presa di posizione pontificia annuncia il declino della dittatura spagnola." Il fondo della questione importa poco. Ognuno sa che la Chiesa cattolica romana dispone di risorse tali da permettergli di essere simultaneamente da una parte e dall'altra della barricata, alfine di trovare il suo tornaconto ovunque giri il vento.

L'abbiamo visto in Spagna, l'abbiamo visto nel corso dell'ultima guerra, lo vedremo ancora. Tuttavia, quando l'arcivescovo di Maiorca benediceva gli aviatori fascisti prima che arrostissero la popolazione spagnola con le loro bombe, quando l'insieme del clero italiano approvava "l'evangelizzazione" all'iprite dell'Etiopia, il papa non ha minimamente sconfessato i suoi subordinati. Se non ha egli stesso sostenuto apertamente il totalitarismo è per la sola ragione che l'infallibilità impone prudenza.

In ogni circostanza si è astenuto dal condannare altrimenti che in termini sibillini, e che potevano sembrare perfettamente riferirsi ad altre questioni, i differenti regimi fascisti.

Una simile malafede non ci scuoterebbe, se si esprimesse su un qualunque giornale di destra. Ma noi ci solleviamo contro la procedura che, al coperto di un quotidiano che sembra uno dei pochi a conservare una certa onestà intellettuale, tende ad offuscare lo splendore dell'azione proletaria in Catalogna a profitto di una riabilitazione della Chiesa, improvvisamente promossa al rango di restitutrice delle libertà rubate.

Già ai tempi del caso Mourre uno di noi s'indignò contro la mancanza d'obiettività di cui Combat aveva dato prova nel riassumere l'incidente. Tuttavia l'inchiesta che seguì un poco ci placò.

Ma oggi la misura è colma. Un quotidiano che, nel suo editoriale, vagheggia attorno all'eventuale cadavere di Franco l'impensabile unione del popolo di Barcellona e del lordume vaticano, quale che sia potuto essere il suo passato è diventato un quotidiano reazionario.

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Ultima modifica 04.11.2012