Scritti sull'Italia

Trotsky

 

Trotsky e Bordiga

 

Lettera a Bordiga [1]

Mosca, 2 marzo 1926

Caro compagno Bordiga,

senza dubbio l'esposizione dei fatti data da voi si basa su di una serie di malintesi evidenti, che con i documenti alla mano possono essere dissipati senza difficoltà [2].

  1. Nel corso dell'autunno del 1923 ho criticato aspramente il CC diretto dal compagno Brandler. Ho dovuto parecchie volte in modo ufficiale esprimere la mia preoccupazione che questo CC non potesse condurre il proletariato tedesco alla conquista del potere. Questa mia affermazione è fissata in un documento ufficiale del Partito. Parecchie volte ho avuto l'occasione (parlando con Brandler e di Brandler) di dire che egli non aveva capito il carattere specifico della situazione rivoluzionaria, che confondeva la rivoluzione con un'insurrezione armata, che aspettava fatalisticamente lo sviluppo degli avvenimenti invece di andare incontro ad essi ecc. ecc. [3].
  2. è vero che io mi sono opposto che fosse mandata a lavorare, insieme con Brandler, Ruth Fischer [4] perché ritenevo che, in un periodo tale, la lotta all'interno del CC poteva portare ad una sconfitta completa, tanto più che nell'essenziale, cioè in riguardo alla rivoluzione e alle sue tappe, la posizione di Ruth Fischer era piena dello stesso fatalismo socialdemocratico: ella non aveva capito che in un simile periodo poche settimane sono decisive per molti anni, anche per decenni. Io ritenevo necessario sorreggere il CC esistente, esercitare una pressione su di esso, rafforzare la tendenza rivoluzionaria mandando dei compagni ad assisterlo ecc. ecc. Nessuno allora pensava che fosse necessario sostituire Brandler ed io non feci questa proposta.
  3. Quando Brandler nel gennaio 1924 venne a Mosca e ci disse che era allora più ottimista in riguardo allo sviluppo degli avvenimenti che non nell'autunno dell'anno precedente, per me diventò ancora più chiaro il fatto che Brandler non aveva capito quella particolare combinazione di condizioni che crea una situazione rivoluzionaria; io gli dissi: "Voi non sapete distinguere la faccia della rivoluzione dalla sua schiena. Nell'autunno scorso la rivoluzione vi volgeva la faccia, voi avete lasciato passare il momento. La rivoluzione ora vi volge le spalle, voi credete invece che essa venga verso di voi".
  4. Se io nell'autunno 1923 più di tutto temevo che il Partito comunista tedesco avrebbe lasciato passare il momento decisivo (com'è veramente avvenuto), dopo il gennaio 1924 temevo che la sinistra facesse una politica come se all'ordine del giorno ci fosse ancora l'insurrezione armata. Così si spiega una serie di articoli e discorsi nei quali io cercavo di dimostrare che la situazione rivoluzionaria era già passata ed era inevitabile un riflusso della rivoluzione, che nell'immediato avvenire il Partito comunista avrebbe perduta inevitabilmente la sua influenza, che la borghesia avrebbe utilizzato il riflusso della rivoluzione per rafforzarsi economicamente, che il capitale americano avrebbe sfruttato il rafforzamento del regime borghese per un largo intervento in Europa sotto la parola d'ordine: "Normalizzazione, pacificazione ecc. ecc.". in pari tempo io sottolineavo la prospettiva rivoluzionaria generale ma come una linea strategica e non come una linea tattica.

  5. Detti per telefono la mia firma alle tesi di gennaio del compagno Radek. Alla redazione di queste tesi non presi parte (ero malato). Detti la mia firma perché esse contenevano l'affermazione che il Partito tedesco aveva lasciato passare la situazione rivoluzionaria e che in Germania iniziava per noi una nuova fase, non di immediata offensiva, ma di difensiva e di preparazione. Questo era per me allora l'elemento decisivo [5].
  6. L'affermazione che io avrei fatto che il partito tedesco non doveva condurre il proletariato all'insurrezione è falsa da cima a fondo. La mia accusa principale contro il CC di Brandler era proprio quella che egli non ha saputo seguire passo passo gli avvenimenti, né portare il partito a capo delle masse popolari nell'insurrezione armata del periodo agosto-ottobre.
  7. Ho detto e scritto che, dopo che il Partito aveva per fatalismo perduto il ritmo degli avvenimenti, era tardi per dare il segno dell'insurrezione armata: i militaristi avevano utilizzato il tempo perduto dalla rivoluzione per occupare le posizioni importanti, e soprattutto si era verificato un mutamento nelle masse ed era incominciato un riflusso. In questo precisamente consiste il carattere specifico e originale della situazione rivoluzionaria, che nello spazio di un mese o due essa può radicalmente modificarsi. Non invano Lenin ripeteva nel settembre-ottobre 1917: "Adesso o mai (cioè mai la stessa situazione rivoluzionaria si ripeterà)".
  8. Se anche nel gennaio 1924 per malattia non presi parte ai lavori del Comintern, è completamente vero che io ero contrario a che fosse messo da parte Brandler dai lavori del CC. Era mia opinione che Brandler aveva pagata cara l'esperienza pratica tanto necessaria a un capo rivoluzionario. In questo senso io certamente avrei difeso l'opinione che Brandler doveva rimanere nel CC, se a quel tempo io non fossi stato fuori di Mosca. Inoltre io non avevo nessuna fiducia in Maslow [6]. Ritenevo, sulla base dei colloqui avuti con lui, che egli condivideva tutti i difetti della posizione brandleriana rispetto ai problemi della rivoluzione, ma non aveva le buone qualità di Brandler, cioè la serietà e la coscienziosità. Indipendentemente dal fatto se io mi sbagliavo o no in questa valutazione di Maslow, questo problema è solo in rapporto indiretto con la valutazione della situazione rivoluzionaria dell'autunno 1923 e del mutamento avvenuto nel novembre-dicembre dello stesso anno.
  9. Una delle principali risultanze dell'esperienza tedesca era per me il fatto che nel momento decisivo da cui, come ho già detto, dipende la sorte della rivoluzione per un lungo periodo, in tutti i Partiti comunisti è inevitabile, in maggiore o minore misura, una recidiva socialdemocratica. Nella nostra rivoluzione questa recidiva, grazie a tutto il passato del Partito e al ruolo senza esempio di Lenin, fu minima, e nonostante ciò in certi momenti il successo del Partito nella lotta per il potere fu messo in pericolo. Tanto più importante mi pareva e mi pare ancora la inevitabilità delle recidive socialdemocratiche nel momento decisivo nei Partiti comunisti europei più giovani e meno temprati. Da questo punto di vista occorre valutare il ruolo del Partito, la sua esperienza, le sue offensive, le sue ritirate in tutte le tappe della preparazione della conquista del potere. Basandosi su questa esperienza occorre fare la selezione dei quadri dirigenti del Partito.

L. Trotsky

 


 

Lettere ai bordighisti [7]

Costantinopoli, 25 novembre 1929

Cari compagni,

ho preso conoscenza dell'opuscolo "Piattaforma di sinistra" che avete pubblicato nel 1926 ma che mi giunge soltanto oggi [8]. Egualmente ho fatto con la lettera che voi mi indirizzate nel n° 20 di Prometeo e con alcuni titoli di fondo del giornale: ciò mi ha dato la possibilità di rinfrescare le mie conoscenze più che modeste d'italiano. Questi documenti, come pure la lettura di articoli e di discorsi del compagno Bordiga, oltre al fatto che lo conosco personalmente, mi permettono, in una certa misura, di giudicare le vostre idee essenziali e il grado di solidarietà che ci unisce. Benché, per rispondere a questa ultima questione, non solamente le tesi di principio ma anche la loro applicazione politica agli avvenimenti del giorno (il conflitto cino-russo ce lo ha ricordato di nuovo molto chiaramente) ha una importanza decisiva, io credo però che la nostra solidarietà, almeno sulle questioni essenziali, va sufficientemente lontano. Se io non mi esprimo oggi in un modo più categorico, è unicamente perché voglio lasciare al tempo e agli avvenimenti la possibilità di verificare la nostra continuità ideologica e la nostra mutua comprensione. Io spero che esse si dimostreranno complete e durature.

"La piattaforma di sinistra" (1926) mi ha prodotto una grande impressione. Io credo che essa è uno dei migliori documenti emanati dall'opposizione internazionale e che, sotto molti aspetti, essa conserva ancora oggi tutta la sua importanza. è una cosa molto importante, soprattutto per la Francia, che la piattaforma metta in primo piano della politica rivoluzionaria del proletariato, la questione della natura del partito [9], i principi essenziali della sua strategia e della sua tattica. In questi ultimi tempi noi abbiamo visto in Francia, come per molti rivoluzionari in vista, che l'opposizione è servita semplicemente da tappa dal marxismo, al socialismo, al trade-unionismo o semplicemente allo scetticismo.

Quasi tutti hanno tentennato nella questione del partito.

Voi conoscete, evidentemente, l'opuscolo di Loriot [10] ove questo dà prova di una incomprensione assoluta della natura del partito, della sua funzione storica dal punto di vista dei rapporti di classe, e scivola nella teoria della passività trede-unionista che non ha niente in comune con le idee della rivoluzione proletaria. Disgraziatamente il suo opuscolo rappresenta una reazione molto netta nel movimento operaio, è ancora oggi oggetto della propaganda del gruppo della Révolution Prolétarienne [11].

L'abbassamento del livello ideologico del movimento rivoluzionario in questi ultimi cinque anni ha lasciato tracce nel gruppo Monatte [12]. Arrivato dal 1917 al 1923 sulla soglia del marxismo e del bolscevismo, questo gruppo ha fatto, da allora, molti passi indietro, nel senso del sindacalismo; ma non si tratta più del sindacalismo combattivo del principio del secolo, il quale costituiva un passo in avanti del movimento operaio francese, si tratta invece di un sindacalismo relativamente tardivo, passivo e negativo che cade, il più delle volte, in un trade-unionismo schietto. E non c'è da meravigliarsi. Tutto ciò che vi era nel sindacalismo di prima della guerra, di elemento di progresso, si è fuso nel comunismo. L'errore principale di Monatte è il contegno che egli adotta nei confronti del partito e, in connessione con questo, un feticismo dei sindacati presi come una cosa a sé, indipendentemente dalle loro idee direttrici; ciononostante, se le due Confederazioni del Lavoro [14] francesi realizzassero oggi la loro unità, e se domani esse conglobassero nei loro ranghi tutta la classe operaia francese, ciò non farebbe per nulla sparire la questione delle idee direttrici della lotta sindacale, dei suoi metodi, del legame che unisce i compiti particolari ai compiti generali; cioè la questione del partito.

La Ligue syndacaliste [15] diretta da Monatte è in se stessa un embrione di partito, essa riunisce i suoi membri non secondo criteri sindacali, ma ideologici, sulla base di una certa piattaforma; e non cerca al di fuori di agire sui sindacati, o se si vuole, di assoggettarli alla sua influenza ideologica. Ma la Ligue syndacaliste è un partito la cui costituzione non è compiuta, che non è interamente formato, che non ha una storia e un programma chiaro, che non ha preso coscienza di se stesso, che nasconde la sua natura e che si priva di ogni possibilità di sviluppo.

Souvarine [16], lottando contro la burocrazia e la slealtà dell'apparato dell'IC, è giunto egualmente alla negazione dell'azione politica e del partito stesso. Proclamando la morte dell'Internazionale e della sua sezione francese, Souverine considera nello stesso tempo che l'esistenza dell'opposizione è inutile dato che, secondo lui, non vi sono per essa le condizioni politiche volute.

In altri termini, urge la necessità dell'esistenza del partito, sempre, in qualsiasi situazione, in quanto espressione degli interessi rivoluzionari del proletariato.

Queste sono le ragioni per cui io do tanta importanza alla solidarietà che esiste fra noi sulla questione del partito, del suo compito storico, della continuità della sua azione, della sua lotta necessaria per fare prevalere la sua influenza in tutti gli aspetti, qualunque essi siano, del movimento operaio. In questa questione, un bolscevico, cioè un rivoluzionario-marxista, passato per la scuola di Lenin non può fare alcuna concessione. Per molte altre questioni, la piattaforma del '26 dà delle eccellenti definizioni, che conservano ancora oggi tutta la loro importanza.

è così che essa dichiara con una nettezza assoluta che i partiti contadini detti "autonomi" cadono fatalmente sotto l'influenza della controrivoluzione (pag. 36) [17]. Si può dire arditamente che nell'epoca attuale non possono esservi e non vi sono eccezioni a questa regola. Laddove la classe contadina non marcia dietro al proletariato, essa marcia con la borghesia contro il proletariato. Malgrado l'esperienza della Russia e della Cina, Radek, Smilga e Preobrazenski non l'hanno fin qui compreso ed è precisamente su queste questioni che essi hanno capitolato: la vostra piattaforma accusa Radek di "concessioni manifeste ai nazionalisti tedeschi". Bisognerebbe aggiungervi adesso le concessioni completamente insostenibili ai nazionalisti cinesi: l'idealizzazione del sunyatsenismo e la giustificazione dell'entrata di un Partito comunista in un partito borghese. La vostra piattaforma sottolinea con giusta ragione (pag. 37), in connessione con la lotta dei popoli oppressi, la necessità dell'indipendenza assoluta del Partito comunista; la dimenticanza di questa regola essenziale giunge alle conseguenze più funeste, come ce l'ha mostrato l'esperienza criminale della subordinazione del Partito comunista cinese al Kuomintang [18].

La funesta politica del Comitato Anglo-russo [19], che si è giovato (questo è evidente) dell'appoggio completo dell'attuale direzione del Partito comunista italiano, è uscita dal desiderio di passare al più presto dal Partito comunista inglese alle gigantesche Trade Unions e di installarvisi. Zinov'ev espresse direttamente quest'idea al V Congresso dell'Internazionale; Stalin , Bucharin, Tomsky nutrirono la stessa illusione. Che cosa ne è risultato? Essi hanno rinforzato i riformisti inglesi ed indebolito estremamente il Partito comunista inglese. Ecco ciò che costa giocare con l'idea del partito: questo giochetto non resta mai impunito.

Nella Repubblica Sovietica noi constatiamo un'altra forma di indebolimento e di distruzione del Partito comunista. Al fine di spogliarlo della sua propria autonomia e della indipendenza, lo si diluisce con dei mezzi artificiali nella grande massa amorfa teorizzata dall'apparato governativo. Questo determina il fatto che l'opposizione, la quale ha riunito ed educato dei nuovi quadri rivoluzionari che raggiungono solamente la cifra di qualche migliaio, è (nei ranghi del partito) il partito bolscevico, mentre la frazione stalinista che agisce formalmente nel nome di un partito di un milione e cinquantamila membri e di giovani comunisti, forti di due milioni di aderenti, falcia e distrugge il partito.

Io constato con piacere, basandomi sulla vostra lettera pubblicata in Prometeo, che voi siete completamente solidali con l'opposizione russa nella questione relativa alla definizione della natura sociale dello Stato sovietista. In questa questione, gli ultra-sinistri (vedi l'Operaio Comunista, n° 1) [20], dimostrano in un modo particolarmente netto la loro rottura con i fondamenti del marxismo. Per risolvere la questione del carattere di classe del regime sociale, essi si limitano alla questione della sua struttura politica, riportandola a sua volta al suo grado di burocrazia nell'amministrazione, e così di seguito. Per essi, la questione della proprietà dei mezzi di produzione non esiste. Nell'America democratica, come pure nell'Italia fascista, si imprigiona, si fucila, si mettono sulla sedia elettrica quelli che sono accusati di preparare l'espropriazione delle officine, delle fabbriche e delle miniere appartenenti ai capitalisti. Nella Repubblica Sovietica, anche oggi (sotto la burocrazia staliniana) si fucilano gli ingegneri che tentano di preparare la restituzione delle fabbriche, delle officine, delle miniere ai loro ex-proprietari. Come non si può vedere questa differenza fondamentale che in realtà definisce il carattere di classe di un regime sociale?

Ciononostante io non mi fermerò molto su questa questione (alla quale è consacrato il mio ultimo opuscolo "La difesa della Russia Sovietista" [21]), diretta contro certi ultra-sinistri teschi e francesi, che -è vero- non vanno così lontano come i vostri settari italiani, ma che, a causa precisamente di questo, possono essere più pericolosi. A proposito di Termidoro [22], voi fate delle riserve quanto alla giustezza delle analogie fra la rivoluzione russa e la rivoluzione francese. Io credo che quest'osservazione dipenda da un malinteso. Per giudicare della giustezza o della falsità di un'analogia storica, bisogna determinarne chiaramente la sostanza ed i limiti. Non ricorrere alle analogie con le rivoluzioni dei secoli passati, sarebbe semplicemente privarsi dell'esperienza storica dell'umanità. L'oggi si distingue sempre dalla giornata di ieri. Ciò non di meno non ci si può istruire sulla giornata di ieri se non procedendo con delle analogie.

Il rimarchevole opuscolo di Engels sulla guerra dei contadini [23] è costruito, da un punto all'altro, sull'analogia fra la Riforma del XVI secolo e la rivoluzione del 1848. Per forgiare la nozione della dittatura del proletariato, Marx ha arroventato il suo ferro al fuoco del 1793. Nel 1909 Lenin ha definito il socialdemocratico rivoluzionario come un giacobino legato al movimento operaio di massa. Io gli ho obiettato in un modo accademico che il giacobinismo e il socialismo scientifico si appoggiano su classi differenti ed impiegano dei metodi differenti. Considerato in sé, questo era evidentemente giusto. Ma neanche Lenin identificava i plebei di Parigi con il proletariato moderno e la teoria di Rousseau con la teoria di Marx.

Egli non prendeva come decisivi i caratteri generali delle due rivoluzioni: le masse popolari le più oppresse che non hanno altro da perdere che le loro catene; le organizzazioni le più rivoluzionarie che si appoggiano su queste masse, e che nella lotta contro le forze della vecchia società istituiscono la dittatura rivoluzionaria.

Questa analogia era legittima?

In che cosa è costituito il carattere distintivo del Termidoro francese? Nel fatto che Termidoro è stata la prima tappa della controrivoluzione vittoriosa. Dopo Termidoro i giacobini non potevano più (se essi l'avessero potuto in un modo generale) riprendere il potere con l'insurrezione. In questo modo, la tappa di Termidoro, ebbe, sotto un certo aspetto, un carattere decisivo. Ma la controrivoluzione non era ancora finita, cioè, i veri padroni della situazione non erano ancora installati al potere: per questo ci volle la tappa seguente, il 18 Brumaio. Infine la vittoria integrale della rivoluzione trascinante la restaurazione della monarchia, l'indennizzazione dei proprietari feudali ecc., fu assicurata grazie all'intervento estero ed alla vittoria su Napoleone.

In Ungheria, dopo un certo periodo sovietista, la controrivoluzione vinse con le armi in un sol colpo ed a fondo. Si può escludere per l'URSS un periodo di questo genere? Sicuramente no. Ma tutti sapranno riconoscere una controrivoluzione aperta. Essa non necessiterà di commenti. Quando noi parliamo di Termidoro, noi abbiamo di vista una controrivoluzione arrampicantesi che si prepara sotto il mantello e che si compie in varie tappe. La prima tappa che noi chiamiamo condizionatamente Termidoro significherebbe il passaggio del potere nelle mani di nuovi possidenti, "sovietisti" delle frazioni mascherate del partito dirigente, come fu per i giacobini. Il potere dei nuovi possidenti, soprattutto dei piccoli possidenti, non potrebbe resistere a lungo o la rivoluzione ritornerà sotto le condizioni internazionali favorevoli alla dittatura del proletariato, ciò necessiterebbe forzatamente l'impiego della forza rivoluzionaria, oppure si compirà la vittoria della grande borghesia, del capitale finanziario, può darsi anche della monarchia, ciò che necessiterebbe una rivoluzione supplementare e può anche darsi due rivoluzioni.

Tale è la sostanza dell'analogia con Termidoro. Va da sé che se si oltrepassano i limiti concessi dall'analogia, se ci si orienta secondo il meccanismo puramente esterno degli avvenimenti e secondo degli episodi drammatici rispetto alla sorte di certe figure, ci si può facilmente sperdere e smarrire gli altri. Ma se si prende il meccanismo del rapporto di classe, l'analogia non diviene meno istruttiva di quella che ad esempio fa Engels fra la Riforma e la rivoluzione del 1848.

In questi giorni ho letto il numero 1 del giornale l'Operaio Comunista, pubblicato, visibilmente, da un gruppo di ultra-sinistri che si sono staccati dalla vostra organizzazione. Se non ci fossero stati altri sintomi, questo numero sarebbe stato di per se stesso una prova sufficiente che noi viviamo in un'epoca di decadenza e di scompiglio ideologico, di quelle che si producono sempre dopo le grandi disfatte rivoluzionarie. Il gruppo che pubblica questo giornale sembra essersi assegnato il compito e il fine di riunire in un tutto le copie del sindacalismo decaduto, dello spirito d'avventura, della frase di sinistra, del settarismo, del confusionarismo teorico, dando a tutto questo un carattere di disinvoltura da studenti e di litigi rodomonteschi. Due colonne di questa pubblicazione bastano a far comprendere il perché questo gruppo abbia dovuto rompere con la vostra organizzazione marxista, benché sia abbastanza divertente il vedere come questo gruppo si sforzi di coprirsi di Marx e di Engels.

Per ciò che concerne la direzione ufficiale del Partito italiano, io non ho avuto la possibilità di osservarla che dall'Esecutivo dell'Internazionale, nella persona di Ercoli [24]. Dotato di uno spirito adattivo e di una buona parlantina, Ercoli è adatto (non si potrebbe dire meglio) per i discorsi di un procuratore o di un avvocato, su un soggetto ad ordinazione, ed in modo generale, per eseguire degli ordini. La casistica sterile dei suoi discorsi, sempre tendenti in definitiva verso la difesa dell'opportunismo, è l'opposto, molto netto, del pensiero rivoluzionario vivente, muscoloso, abbondante di Amedeo Bordiga. A proposito, non è Ercoli che tenta di adattare all'Italia l'idea della "dittatura democratica del proletariato e dei contadini" sotto forma di una parola d'ordine di assemblea costituente appoggiantesi su "un'assemblea operaia e contadina"? [25]

Nelle questioni dell'URSS, della rivoluzione cinese, dello sciopero generale in Inghilterra, della rivoluzione in Polonia e della lotta contro il fascismo italiano, Ercoli, come pure gli altri capi di formazione burocratica, adotta inevitabilmente una posizione opportunista per poi, eventualmente, in seguito rettificarla per mezzo di avventure ultra-sinistre. Sembra che, attualmente, si tratta precisamente della stagione di queste avventure.

Avendo così su un fianco dei centristi del tipo di Ercoli, e sull'altro dei confusionari ultra-sinistri, voi siete chiamati, compagni, a difendere, sotto le dure condizioni della dittatura fascista, gli interessi storici del proletariato italiano e del proletariato internazionale. Con tutto il cuore, io vi auguro buona fortuna e successo.

Vostro

Leone Trotsky

 

22 aprile 1930

Cari compagni,

alcuni mesi or sono, voi mi avete indirizzato una lettera aperta, alla quale vi ho allora risposto. Oggi mi sembra che sia venuto il momento di indirizzare una lettera al vostro gruppo.

A Parigi ha avuto recentemente luogo una conferenza preliminare dell'opposizione di sinistra internazionale [26]. Questa conferenza rappresenta un serio passo in avanti poiché essa non fu tenuta che dopo un lungo lavoro preparatorio di carattere ideologico. Il vostro gruppo (davanti al quale si svolgeva tutto questo lavoro) non ha pertanto trovato possibile di pendere parte a questa conferenza. Questo fatto di assenteismo è estremamente importante e mi incita a porvi le seguenti questioni:

1°: Ammettete voi che il comunismo possa avere un carattere nazionale? Tale è per esempio la questione di Hubahns [27] che, sebbene ripeta le forme rituali dell'internazionalismo, ha creato una setta puramente tedesca priva di collegamento con il mondo intero, e (per conseguenza) senza prospettive rivoluzionarie. Allora vi considerate voi come un movimento nazionale o come una parte del movimento internazionale?

2°: Se voi rispondete alla questione precedente che la vostra esistenza nazionale vi soddisfa pienamente, allora le altre questioni non hanno nessuna ragione d'essere. Ma io non dubito che voi vi considerate degli internazionalisti. In questo caso un'altra questione ne consegue: a quale tendenza appartenete voi? Attualmente vi sono tre correnti nel comunismo internazionale: il centrismo, la destra e la sinistra (leninista). Inoltre esistono diversi gruppi ultrasinistri che si dibattono tra il comunismo e l'anarchismo. Noi abbiamo ritenuto finora che voi siete i più vicini all'Opposizione di sinistra. Ma uno stato di attesa non può durare eternamente, in Italia come dovunque. Per aderire alla sinistra internazionale non si ha affatto bisogno di un falso "monolitismo", come nello spirito della burocrazia staliniana. è necessaria una solidarietà reale sulle questioni principali della strategia rivoluzionaria internazionale verificata dall'esperienza degli ultimi anni. Delle divergenze particolari di tattica sono completamente inevitabili, ma non possono essere un ostacolo alla collaborazione stretta nei quadri dell'organizzazione internazionale. In che cosa consistono le vostre divergenze con l'Opposizione di sinistra? Sono esse di un carattere di principio o episodico? Su ciò è essenziale rispondere con chiarezza e con precisione.

3°: La vostra non partecipazione alla Conferenza Preliminare Internazionale può essere politicamente spiegata in questo modo: che delle divergenze di carattere di principio vi separano dalla Opposizione di sinistra; se è così una terza questione si pone allora: perché non pensate voi alla creazione di una frazione internazionale della vostra tendenza? Perché voi non potete pensare che dei principi rivoluzionari che convengono a tutto il mondo non convengano anche all'Italia o viceversa. Un contegno di attesa e passivo verso l'opposizione di sinistra, senza aderire ad essa, rifiutando di intervenire nella vita dell'avanguardia comunista negli altri paesi, caratterizza il socialismo nazionale od il comunismo nazionale che non hanno niente in comune con il comunismo marxista.

La vostra risposta su queste questioni ha una seria importanza non solo dal punto di vista internazionale, ma soprattutto dal punto di vista italiano nella misura in cui si possa in generale opporre questi due punti di vista.

Il carattere illegale del partito comunista italiano rende difficile di seguire più da vicino il suo sviluppo. Tuttavia si può essere certi che nei quadri del comunismo italiano esistono al di fuori della frazione ufficiale il vostro gruppo, il gruppo della destra (Tasca) e molteplici elementi rivoluzionari che non hanno ancora precisato la loro posizione [28]. Voi siete, in queste condizioni, uno degli elementi indefiniti [29]. Ora l'esistenza illegale del partito esige soprattutto una forza raddoppiata e una chiarezza di principi da parte dei gruppi dirigenti. La vostra risposta deve facilitare la cristallizzazione ideologica, nel senso dell'avanguardia proletaria italiana. è inutile dire che l'opposizione russa sarebbe felice di apprendere la vostra adesione alla sinistra internazionale.

Con saluti comunisti.

Leone Trotsky

 

19 giugno 1930

Cari compagni,

ho ricevuto la vostra lunga lettera del 3 giugno [30]. Disgraziatamente essa non dissipa i malintesi, ma al contrario li aumenta.

1) Fra la mia ultima e la risposta dell'anno scorso non vi è stato nessun contrasto. Il periodo fra le due lettere è caratterizzato da un lavoro intenso della sinistra comunista internazionale. Una certa indecisione della vostra posizione in questo periodo poteva apparire come temporanea, in una certa misura anche inevitabile. è completamente evidente che le condizioni nelle quali si trova il compagno Bordiga [31], il capo riconosciuto della vostra frazione, potevano durante un certo periodo spiegare il carattere di attesa della vostra posizione (senza tuttavia diminuire i lati nocivi di questa posizione di attesa). Nella mia risposta alla vostra lettera aperta ho tenuto conto di questa circostanza che, per quanto personale, tuttavia estremamente importante. Conosco molto bene il compagno Bordiga e lo apprezzo tanto da comprendere il suo ruolo decisivo nella vostra frazione. Ma voi stessi riconoscete che questa considerazione non può coprire tutte le altre. Gli avvenimenti si sviluppano, delle questioni nuove sorgono e sono necessarie delle risposte chiare e precise. Attualmente il carattere conservativo della vostra posizione indeterminata diviene un sintomo sempre più grave [32].

2) Voi scrivete che non avete abbandonato in nulla la piattaforma del 1925 [33] che io qualifico come documento eccellente sotto molti aspetti. Ma una piattaforma è fatta "non per essere abbandonata" ma per essere "applicata e sviluppata". La piattaforma del 1925 era un buon documento per l'anno 1925. Durante i 5 anni decorsi successivamente degli avvenimenti di grandissima importanza si sono prodotti, ai quali la piattaforma non dà nessuna risposta. Cercare di dare una risposta alle questioni che sorgono, nella situazione del 1930, riportandosi alla piattaforma del 1925, significa volere conservare una politica indeterminata ed evasiva.

3) La vostra non partecipazione alla Conferenza di Parigi voi la spiegate come un errore della posta nella trasmissione della lettera di convocazione. Se non fosse che questo, bisognerebbe allora dirlo apertamente nella stampa. Ne La Vérité io non ho trovato una tale dichiarazione del vostro gruppo. L'avete forse pubblicata nel Prometeo? Ma risulta chiaro da tutta la vostra lettera che si tratta di altra cosa che non di un errore di posta.

4) Voi dite che la preparazione ideologica della Conferenza non esisteva assolutamente. Quest'affermazione mi pare non solo menzognera, ma semplicemente mostruosa. In Francia soprattutto la preparazione ideologica era intensa e fruttuosa (La Vérité e La lutte de classes [34]: opuscoli).

In tutti i paesi una lotta ideologica intensa è stata condotta tutto l'anno scorso, lotta che ci ha nettamente delimitato da tutti i nostri pseudo amici politici. La rottura con Souvarine e Paz [35] in Francia, Urbahns in Germania, con il gruppo Pollak [36] in Cecoslovacchia ed altri, era uno degli elementi più importanti della preparazione ideologica della Conferenza dei veri comunisti rivoluzionari. Ignorare questo lavoro importante significa volere affrontare la questione con criterio settario e non rivoluzionario.

5) La vostra comprensione dell'internazionalismo mi pare falsa. Per voi l'Internazionale è in fin dei conti la somma delle sezioni nazionali od il prodotto di una collaborazione mutua delle sezioni nazionali. è questa una concezione unilaterale e non dialettica, e per conseguenza erronea, dell'Internazionale. Se la Sinistra comunista non contasse che 5 membri, essa dovrebbe malgrado tutto creare una organizzazione internazionale contemporaneamente alla costruzione di una o più organizzazioni nazionali.

Considerare l'organizzazione nazionale come le fondamenta, la base della costruzione, e l'organizzazione internazionale come il tetto, significa commettere un grande errore. Qui la dipendenza è di un ordine completamente differente.

Marx ed Engels hanno cominciato nel 1847 il movimento comunista con un documento internazionale e con la creazione di un'organizzazione internazionale. La stessa cosa si è ripetuta alla creazione della II Internazionale. La sinistra zimmerwaldiana ha seguito lo stesso cammino nella preparazione della III Internazionale. Questa via ci è dettata attualmente in modo più imperativo che al tempo di Marx. Una corrente proletaria rivoluzionaria può evidentemente, all'epoca dell'imperialismo, sorgere e determinarsi in un paese piuttosto che in un altro, ma questa corrente non può esistere e svilupparsi in un solo paese, essa deve l'indomani della sua creazione cercare dei collegamenti internazionali, una piattaforma internazionale, perché è su questa via soltanto che si può trovare la correttezza di una politica nazionale. Una tendenza invece che per degli anni resta nazionalmente chiusa, è votata inevitabilmente alla degenerazione.

6) Alla Questione sul carattere delle vostre divergenze con l'opposizione internazionale voi rifiutate di rispondere a causa dell'assenza di un documento di principi internazionali. è un modo puramente formalista, non politico e rivoluzionario, di affrontare la questione. Una piattaforma o un programma è qualcosa che deriva come risultato di una lunga esperienza, di un lavoro comune basato su una certa somma di idee e di metodi comuni. La vostra piattaforma del 1925 non è nata il primo giorno di esistenza della vostra Frazione.

L'opposizione ha elaborato la sua piattaforma dopo 5 anni di lotta, e malgrado il fatto che questa piattaforma sia apparsa due anni e mezzo dopo la vostra, essa è già invecchiata sotto vari aspetti [37]. Dopo di ciò è apparso il programma del Comintern, al quale l'opposizione ha risposto con una critica [38]. Questa critica, che è nel fondo, e non nella forma, il frutto di un lavoro collettivo, è apparsa in molte lingue, come la maggioranza dei documenti dell'opposizione negli ultimi anni. Su questo terreno una lotta ideologica seria è stata condotta (Germania, Stati Uniti). I problemi della politica sindacale, del Terzo periodo, del piano quinquennale, della collettivizzazione, il contegno dell'opposizione di sinistra verso i partiti ufficiali ecc., tutte queste questioni di principio erano sottomesse ad un'analisi seria e ad un esame teorico nella stampa internazionale di sinistra. Non è che con questi mezzi che si può preparare l'elaborazione di una piattaforma, o piuttosto di un programma.

Quando voi dichiarate che non vi è stato un documento programmatico "tutto fatto" e che per questa ragione voi non potete rispondere alla questione sulle divergenze con la sinistra internazionale, voi mostrate con ciò stesso la vostra incomprensione settaria dei metodi e dei mezzi di formazione ideologica dell'unità e date la prova del vostro isolamento dalla vita ideologica della sinistra comunista.

7) I gruppi che si sono riuniti alla Conferenza di Parigi non tendono affatto ad un monolitismo meccanico. Ma essi sono uniti in questa convinzione che l'esperienza degli ultimi anni garantisce la loro unità almeno nella misura necessaria per permettere loro di continuare il lavoro comune, in modo organizzato su scala internazionale, e fra l'altro preparare una piattaforma comune. Quando vi ho domandato qual è l'ampiezza delle vostre divergenze con la sinistra internazionale, non ho atteso da voi una risposta formale, ma politica e rivoluzionaria: "Si, noi crediamo possibile un lavoro in comune con questo gruppo, ma noi vi difenderemo le nostre posizioni particolari in differenti questioni".

Ora, qual è la vostra risposta? Voi dichiarate che non entrerete nel segretariato internazionale fino a che non vi si presenterà un documento programma. Questo vuol dire che altri, senza la vostra partecipazione, devono elaborare questo documento programma; quanto a voi, conservate il diritto di controllo e dell'ultima parola. Si può andare più lontano nella via dell'attesa, del contegno evasivo e dell'isolamento nazionale?

8) Il vostro rifiuto di adottare gli Statuti della Lega Comunista francese [39] che solidarizza con i primi quattro Congressi del Comintern è ugualmente un pretesto di ordine puramente formale. Nessuno dei compagni francesi pensa che tutto nelle decisioni dei primi quattro congressi è infallibile ed assoluto. Si tratta della linea strategica generale. Se voi non siete pronti ad appoggiarvi alla base che era gettata dai quattro congressi, allora cosa vi resta di generale? Da una parte voi rifiutate di accettare come base la decisione dei primi quattro congressi, dall'altra voi negate od ignorate completamente il lavoro ideologico e tattico dell'opposizione internazionale durante questi ultimi anni. Che cosa opponete a tutto questo? Sempre la stessa piattaforma del 1925. Ora, malgrado tutte le sue qualità, questa piattaforma non è che un documento episodico, che non dà oggi nessuna risposta a nessuna delle questioni attuali.

9) La parte della vostra lettera che tratta con indignazione del tentativo di creare in Italia una nuova opposizione, della "manovra" della nuova "esperienza di confusione" ecc., lascia un'impressione particolarmente bizzarra. Per quanto io possa comprendervi, si tratta della nuova scissione all'interno della frazione centrista dirigente del PC italiano e della tendenza di uno di questi gruppi ad avvicinarsi alla sinistra internazionale [40]. Dov'è la "confusione"? confusione da parte di chi? Il fatto che un gruppo si distacchi dalla frazione nemica e che questo gruppo cerchi un riavvicinamento con noi, è una seria conquista. è evidente che questo riavvicinamento non può farsi che su basi di principi, cioè sulla base della teoria e della pratica della sinistra internazionale. I compagni che appartengono alla Nuova Opposizione italiana mi hanno inviato personalmente una serie di documenti e di lettere. Ho risposto con cordialità a tutte le questioni a questi compagni, particolarmente circa il loro contegno verso i bordighisti. Essi hanno risposto che malgrado le divergenze esistenti essi considerano il lavoro comune come possibile e indispensabile. Dov'è allora la manovra? Da una parte voi credete che l'opposizione internazionale non sia degna della vostra fiducia a tal punto che la vostra collaborazione è impossibile. Dall'altra parte voi credete che l'opposizione internazionale non abbia il diritto di entrare in relazione con i comunisti italiani che si dichiarano solidali con essa. Cari compagni, voi perdete tutte le prospettive, voi andate lontano. è il destino di tutti i gruppi chiusi ed isolati. Si può evidentemente constatare con dispiacere che i collegamenti con la Nuova Opposizione italiana siano fatti senza la vostra partecipazione. Ma la colpa è vostra. Per poter partecipare a queste conversazioni bisogna che voi prendiate parte attiva a tutto il lavoro dell'opposizione internazionale, e cioè entrate nelle sue file.

10) A proposito di Urbahns voi mi chiedete di informarvi sulla sua attività perché voi possiate pronunciarvi definitivamente. Nello stesso tempo voi ricordate che nella piattaforma dell'opposizione russa si parla del gruppo Urbahns come di un gruppo ideologicamente vicino. Io non posso che esprimere il mio dispiacere per il fatto che voi fino ad ora non vi siate fatto il dovere di formarvi un'opinione definitiva su di una questione che durante mesi e mesi aveva inquietato l'opposizione internazionale e che ha condotto a una scissione nell'opposizione tedesca, ed in seguito alla creazione di un'opposizione di sinistra unificata che ha definitivamente rotto con Urbahns [41]. Quale senso può dunque avere la vostra osservazione a proposito della piattaforma dell'opposizione russa? Si, noi abbiamo ritenuto che saremmo arrivati a raddrizzare la linea politica di tutto il gruppo di Urbahns. Ma la storia non si è fermata al 1925, né al 1927. Molto avvenimenti si sono prodotti dopo la pubblicazione della piattaforma. I zinovievisti hanno capitolato. La direzione del Leninbund in una serie di lettere e di articoli si è orientata in senso opposto al marxismo. Siccome noi non rompiamo alla leggera e relazioni politica, abbiamo cercato di cambiare la politica del Leninbund con una serie di lettere e di articoli. Il tentativo non è riuscito. Una serie di nuovi avvenimenti ha respinto di più il gruppo Urbahns, una parte considerevole della sua organizzazione ha rotto con lui.

Lo sviluppo politico è pieno di contraddizioni; molto sovente i partigiani o semipartigiani di una stessa idea se ne vanno ciascuno per la propria strada. Le cause della rottura dell'opposizione internazionale con il Leninbund erano discusse pubblicamente in tutta la stampa internazionale. Io stesso ho detto a questo proposito in un opuscolo tutto ciò che ho potuto dire. Non posso aggiungere più niente a quello che ho detto, tanto più che si tratta di fatti passati. Voi sollevate questa questione non in relazione con i fatti ma in relazione con la mia lettera. Questo dimostra ancora una volta quanto voi ignoriate la vera vita politica e teorica dell'opposizione internazionale.

Con i miei saluti comunisti.

Leone Trotsky

 

Kadikoy, 14 aprile 1931

Cari compagni [42],

è vero, mi devo scusare di non potervi fornire la prefazione promessa. La ragione è politica e voi ne apprezzerete l'importanza, ne sono sicuro. Io avrei voluto riassumere in questa prefazione le divergenze che ci dividono. Ciò implica la base solida dei principi e dei metodi comuni.

Qualche articolo e dichiarazione da parte vostra mi inducono a supporre che le divergenze siano più profonde di quanto mi ero prospettato. Le vostre tesi sulle parole d'ordine democratiche furono per me una rivelazione. Esse mi paiono in contraddizione irreconciliabile con tutto ciò che considero come teoria marxista comunista. Dovrei ora scrivere sulle nostre divergenze? Le mie conclusioni sarebbero del tutto negative. Ora io non ho perduto del tutto la speranza di veder che voi stessi correggerete le vostre tesi che non sono tesi tattiche ma dottrinali. Ecco perché io trovo per il momento impossibile di dare un apprezzamento generalizzato delle nostre divergenze e delle possibilità di un lavoro comune. Voglio attendere lo sviluppo della discussione prima di formarmi un giudizio definitivo. Dare in queste condizioni una prefazione insignificante equivarrebbe ingannare i lettori e se stessi, sull'importanza delle nostre divergenze.

Con i migliori saluti comunisti.

L. Trotsky

 

Kadikoy, 28 maggio 1931

Cari compagni [43],

non mi oppongo affatto alla pubblicazione da parte vostra dei miei articoli che sono a disposizione di ogni organizzazione operaia, ed anche avversaria. Ma ho voluto semplicemente precisare che io non posso portare nessuna responsabilità né per la vostra selezione né per la pubblicazione stessa, a causa delle divergenze fondamentali che ci separano, soprattutto ora dove l'ombra di una solidarietà con voi nella questione della democrazia sarebbe ai miei occhi il più grande crimine verso la rivoluzione spagnola [44].

I miei saluti comunisti.

L. Trotsky

 

1° gennaio 1933

[45] Voi conoscete la mia opinione sulla questione delle relazioni fra il vostro gruppo e l'Opposizione di sinistra internazionale. Gli avvenimenti hanno dimostrato che la nostra unione non era che un malinteso da tutte e due le parti. Per la logica delle cose essa è diventata una pura finzione. Sostenere delle finzioni non è fare della politica rivoluzionaria. Bisogna separarsi per fare piazza pulita. La separazione con un onesto gruppo rivoluzionario come il vostro non deve essere necessariamente accompagnata da animosità, da distacchi personali o da critica avvelenata. Io spero al contrario che, eliminando le frizioni organizzative, risultato inevitabile di un'unione fittizia, noi potremo creare le condizioni favorevoli per una critica reciproca basata sulle lezioni degli avvenimenti. Ecco almeno la conclusione desunta da me fin oggi dalle esperienze di questi ultimi anni.

I miei migliori saluti comunisti

L. Trotsky

 


 

Prometeo e gli obiettivi democratici

15 gennaio 1931

Ed ora poche parole sui nostri amici bordighisti. Se si lascia da parte il terzo paragrafo della loro risoluzione, che è stato introdotto da loro in un modo assolutamente meccanicistico, senza alcun rapporto col testo, la questione si presenta ai loro occhi nel modo seguente: la democrazia è un principio degli sfruttatori; i partiti rivoluzionari finora non lo hanno capito; i russi nel 1917 hanno esitato tra democrazia e dittatura; i bordighisti sono stati i primi a scoprire il vero principio della dittatura. Ora che questo principio è stato scoperto, qualsiasi uso delle parole d'ordine democratiche diventa reazionario; in altri termini, la dialettica dello sviluppo sociale viene sostituita dalla metafisica dello sviluppo di un gruppo settario. Il modo di pensare dei bordighisti è assolutamente in linea con lo spirito dell'illuminismo razionalista del XVIII secolo: nel passato predominavano errori e pregiudizi, ma ora il vero principio della società è stato a scoperto e deve continuare ad esistere su questa base; oggi noi, gli illuministi, abbiamo capito che resta da aggiungere solo un dettaglio: ricostruire la società.

La cosa strana è che proprio gli illuministi hanno scoperto il principio della democrazia che hanno contrapposto formalmente all'intero processo di sviluppo dell'umanità, come principio assoluto. I bordighisti non hanno scoperto niente, ma più semplicemente hanno preso in prestito dalla rivoluzione russa il principio della dittatura del proletariato, per poi contrapporlo, al di fuori di qualsiasi realtà storica, come una verità assoluta contro l'errore assoluto della democrazia. Ciò dimostra quanto essi non abbiano capito assolutamente niente della teoria e della pratica della rivoluzione russa o, a questo riguardo, del marxismo in generale. Essi non si sono presi la briga di spiegare cosa intendono oggi per democrazia. Apparentemente, solo parlamentarismo.

Ma che cosa accade, per esempio, con la questione dell'indipendenza dell'India dall'Inghilterra? Questa è una parola d'ordine puramente democratica. Riguarda la liberazione di una nazione da un'altra (i bordighisti certamente ci spiegheranno immediatamente che si tratta di nazioni-classe, di cui noi, poveri peccatori, non avevamo mai neppure immaginato l'esistenza; ma la sostanza della questione è che si tratta di un esempio di liberazione di un paese di tipo coloniale borghese-feudale da un altro di tipo imperialista borghese). Che cosa accade allora per la parola d'ordine democratica dell'indipendenza nazionale? I nostri saggi critici hanno trascurato la questione.

I comunisti dovrebbero battersi contro la violenza e le provocazioni della polizia dirette contro la libertà di stampa, di sciopero e di assemblea? E questa che cosa è se no la lotta per la democrazia? E che cosa accade nella stessa India o in Ungheria, o in molti altri paesi con la questione agraria? Sappiamo che la fame di terra dei contadini può indurli ad appoggiar la dittatura del proletariato anche in paesi arretrati come l'India. Ma per rendere realmente possibile tale ipotesi c'è bisogno di una serie di condizioni storiche concrete, inclusa una corretta comprensione della questione agraria-democratica. I contadini indiani non conoscono la dittatura del proletariato, e non la potranno conoscere finché essa non sarà realizzata con il loro sostegno semicosciente. Dico "semicosciente" perché il contadino indiano, pur con tutto il confusionismo delle sue posizioni politiche, vuole avere però il possesso della terra ed esprime questo desiderio nella formula secondo la quale la terra dovrebbe appartenere non ai proprietari terrieri, ma al popolo.

Ciò non costituisce un vero programma rivoluzionario, che presupporrebbe la liquidazione di tutte le vestigia del feudalesimo. Che cosa diranno i bordighisti ai contadini? Il vostro programma è democratico e perciò reazionario; noi vi proponiamo il programma della dittatura del proletariato e del socialismo. Non c'è alcun dubbio che il contadino risponderà loro con un linguaggio indiano molto fiorito. Noi, invece, cosa diciamo ai contadini? Il vostro programma agrario rappresenta storicamente un gran passo in avanti per lo sviluppo sociale. Noi comunisti stiamo perseguendo un fine storico ben più radicale, ma appoggiamo i vostri obiettivi democratici nel modo più completo e nell'immediato li facciamo nostri. Solo in questo modo si possono convincere i contadini ad appoggiare la dittatura del proletariato nel corso delle proprie lotte.

La cosa strana è che i bordighisti in questo caso si stanno servendo (come se fosse una loro scoperta) della stessa frottola che mi è stata attribuita da stalinisti e zinovievisti a proposito della rivoluzione permanente (che trascurerebbe la democrazia, i contadini, ecc.).

è già stato osservato in precedenza che i bordighisti manifestano un criticismo parlamentare di forma inversa col fatto di ridurre, in apparenza, il problema della democrazia alla questione dell'assemblea nazionale e del parlamento in generale. Ma, sia pur nei limiti di un quadro di riferimento parlamentare, essi sono assolutamente in errore. La loro metafisica antidemocratica implica inevitabilmente la tattica del boicottaggio parlamentare. Il compagno Bordiga ha assunto questa posizione al tempo del secondo Congresso, ma più tardi se ne è dissociato [46]. (In generale ritengo che nell'ambito della polemica si dovrebbe fare una distinzione fra Bordiga e i bordighisti [47]. Noi non conosciamo le sue posizione perché le condizioni in cui vive lo hanno privato della possibilità di esprimersi. Ma crediamo che Bordiga difficilmente si addosserebbe la responsabilità delle posizioni caricaturali assunte dal suo gruppo di seguaci). Non sarebbe sbagliato chiedere apertamente ai bordighisti se essi siano per il boicottaggio o per la partecipazione al parlamento. Se un deputato comunista venisse arrestato, in violazione della sua immunità, i bordighisti farebbero appello ai lavoratori per protestare contro questo calpestamento dei nostri diritti democratici?

Questi settari rifiutano di prendere atto del fatto che noi conduciamo la metà, i tre quarti o, in certi periodi, il 99% della preparazione della dittatura del proletariato sulla base della democrazia, e così facendo difendiamo ogni centimetro quadrato delle posizioni democratiche conquistate. Ma se si possono difendere le posizioni democratiche della classe operaia, perché allora non si potrebbe lottare per esse quando ancora non esistono?

La democrazia è un'arma del capitalismo, dicono i nostri critici; si, ma un'ara contraddittoria, così come lo è il capitalismo nel suo insieme. La democrazia serve alla borghesia, ma entro certi limiti può servire anche al proletariato contro la borghesia. Il guaio è che i bordighisti non concepiscono la democrazia e la dittatura del proletariato come istituzioni storiche che possono sostituirsi l'un l'altra dialetticamente, ma come due principi nudi, di cui uno incarna il bene, l'altro il male.

Infine, vorrei accennare al punto n° 5 riguardante la Russia, come ad una incredibile stranezza. Vi si asserisce che i bolscevichi hanno appoggiato lo slogan dell'assemblea nazionale "per un periodo abbastanza breve, dalla caduta dello zarismo al tentativo di restaurazione del regime capitalista...". in realtà, la socialdemocrazia ha lanciato lo slogan dell'assemblea nazionale fin dall'inizio della sua esistenza, e cioè fin dal 1883. Questo slogan ha svolto un ruolo enorme nell'educazione del proletariato e del Partito fin dai primi anni di questo secolo. La rivoluzione del 1905 è cresciuta all'ombra di questa parola d'ordine. Tutta l'attività dei bolscevichi tra le due rivoluzioni ha ruotato attorno ai seguenti obiettivi: 1) la repubblica democratica, 2) la terra ai contadini (riforma agraria democratica), 3) la giornata lavorativa di otto ore (rivendicazione di democrazia operaia).

I bordighisti certamente diranno che tutto questo è stato un errore, che appartiene agli anni bui, quando la verità della dittatura del proletariato non era ancora stata scoperta.

 


 

Kurt Landau e il gruppo Prometeo

[5 giugno 1931]

(...) Il tentativo di Landau [48] di ricorrere a manovre senza principio, di destra e di sinistra, per unificarsi con il gruppo Prometeo, lo ha compromesso molto seriamente. Prometeo è un gruppo con delle posizioni molto precise, serio e molto saldo nei principi nel suo genere. In questo senso è diametralmente l'opposto di Landau. Questo gruppo non si è mai dichiarato per l'Opposizione russa.

Proprio in quest'ultimo anno Prometeo ha dichiarato che le sue divergenze con noi erano non solo molto grandi, ma aumentavano sistematicamente. Sul problema degli obiettivi democratici questo gruppo ha sviluppato alcune tesi che lo riportano indietro all'epoca del socialismo pre-marxista. In Spagna, al momento attuale, i comunisti hanno il compito di sviluppare una campagna molto decisa sugli obiettivi democratici per sconfiggere l'influenza dei repubblicani e dei socialisti sulla classe operaia. Se i compagni spagnoli avessero adottato una posizione bordighista, sarebbe stato un disastro per la rivoluzione spagnola. Noi dobbiamo respingere con assoluta fermezza questa linea. Non dobbiamo avere neppure un'ombra di responsabilità per questa reazione settaria e semianarchica. Saremmo dei traditori se concedessimo il più piccolo appoggio a questi errori.

Che cosa fa invece Landau? Cerca di fare blocco con i bordighisti contro il nucleo dell'Opposizione di sinistra. Forse perché egli è d'accordo con i bordighisti sul problema della democrazia? Oh no! Landau non si preoccupa di questo. Egli è impegnato a cambiare i metodi organizzativi di Trotsky, e per questo egli ha bisogno di alleati [49]. (...)

 


 

Prometeo e questione spagnola

Prometeo n° 51 [19 luglio 1931]

Il gruppo italiano Prometeo nega a priori le parole d'ordine democratiche rivoluzionarie per tutti i paesi e per tutti i popoli. Questo settarismo dottrinario, che coincide politicamente con le posizioni degli stalinisti, non ha nulla in comune con la posizione dei bolscevico-leninisti. L'opposizione internazionale di sinistra deve declinare ogni ombra di responsabilità per un simile infantilismo ultrasinistro. L'esperienza odierna della Spagna mostra come le parole d'ordine della democrazia giocheranno un ruolo estremamente importante nel processo che porterà al crollo del regime della dittatura fascista in Italia. Entrare nella rivoluzione spagnola o italiana col programma di Prometeo sarebbe lo stesso che lanciarsi a nuoto con le mani legate dietro al dorso; simil nuotatore ha tutti i requisiti per annegare.

 

Lettera al SI del 18 giugno 1931

(...) Le questioni delle parole d'ordine democratiche, del modo di utilizzare le elezione e successivamente le Cortes, sono questioni di tattica rivoluzionaria subordinate alla questione generale di strategia. Ma le più corrette formule strategiche non valgono niente, se non si riesce ad ogni momento dato a tradurle in una soluzione tattica. Le cose, però, sembrano andar male in Spagna da questo punto di vista. I giornali francesi comunicano la notizia secondo cui il dirigente della federazione catalana, Maurìn [50], avrebbe dichiarato nella sua esposizione a Madrid che la sua organizzazione non parteciperà alle elezioni perché non crede nella loro "sincerità". è possibile che sia vero? Ciò significherebbe che Maurìn affronta i problemi della tattica rivoluzionaria non dal punto di vista della mobilitazione delle forze del proletariato, ma dal punto di vista della morale e del sentimentalismo piccolo-borghese (...) Su questa linea, dobbiamo scatenare una lotta spietata nelle nostre stesse file. è del tutto assurdo e indegno litigare coi vari gruppi circa le funzioni, i diritti e le prerogative della segreteria [51] dal momento in cui non abbiamo con questi gruppi alcuna base di principio in comune. Alludo in primo luogo al gruppo Prometeo che è in disaccordo con i bolscevico-leninisti su tutte le questioni fondamentali della strategia e della tattica. Non bisogna consentire a nessuno di soffocare divergenze così profonde con rumorose liti sul piano organizzativo e con "blocchi" senza principio che degenerano inevitabilmente in intrighi dietro le quinte (...).

 


 

Prometeo e opposizione di sinistra

Lettera al Segretariato Amministrativo dell'OSI [52]

[22 maggio 1932]

(...) Il gruppo italiano Prometeo era ed è tuttora un corpo estraneo all'interno dell'Opposizione di sinistra. Il gruppo Prometeo è legato alla propria disciplina interna neo confronti della Sinistra Internazionale e non permette alcuna propaganda delle nostre posizioni al suo interno. Nel periodo della lotta dell'Opposizione di sinistra contro il blocco di centro-destra, quando l'oggetto principale della lotta era quello dell'indipendenza del partito nella sua politica comunista (Koumintang, Comitato anglo-russo, partiti operai-contadini, ecc.) c'era molto che attirava i bordighisti alle nostre posizioni; molto spesso gli ultrasinistri si schierano dalla parte del marxismo nella lotta contro i riformisti. Nel periodo in cui il centrismo burocratico ha cominciato i suoi zigzag ultrasinistri, i bordighisti hanno però dimostrato di essere molto più vicini agli stalinisti che non a noi. Nel Bollettino della Nuova Opposizione Italiana [53], nell'organo della sezione francese, La Lutte de classes (l'articolo del compagno Souzo [54]), nel Bollettino Internazionale e infine nelle pubblicazioni dei bordighisti stessi c'è un numero sufficiente di articoli e documenti, i quali dimostrano definitivamente che i bordighisti non hanno dimenticato né imparato niente e che, coerenti con le loro posizioni di base, non si sentono parte dell'Opposizione di sinistra internazionale.

La loro partecipazione alla Conferenza internazionale avrebbe come unica conseguenza quella di riaprire un interminabile discussione sul problema se sia o no il caso di applicare la politica di fronte unico verso la socialdemocrazia e su altre questioni generali: se sia il caso nell'Italia fascista -per non parlare della Cina e dell'India- di mobilitare o no le masse su obiettivi democratici. Una discussione di questo tipo significherebbe per l'Opposizione il ritorno ad uno stadio infantile e trasformerebbe la Conferenza internazionale in una caricatura che potrebbe solo discreditarci. (...)

 

Da "Lo Stato e l'Opposizione di sinistra" [55]

[19 dicembre 1932]

I bordighisti

Nel corso della consultazione, il problema del gruppo italiano Prometeo (bordighista) è stato oggetto di un'accurata discussione. Non si è trattato di una valutazione di principio di questa frazione. L'esperienza di molti anni ha dimostrato che le divergenze tra il gruppo Prometeo e l'Opposizione di sinistra internazionale sono del tutto inconciliabili. Su una questione come quella dell'applicazione rivoluzionaria degli slogan democratici o della politica di fronte unico, i bordighisti sono d'accordo non con noi, ma con gli stalinisti (dal momento che gli stalinisti attraversano una fase estremista e non opportunista). Assumerci anche solo un briciolo di responsabilità per le posizioni tattiche dei bordighisti significherebbe per l'Opposizione internazionale -ed in primo luogo per la nostra sezione tedesca- legarsi una pietra al collo. Unità non vuol dire affatto assoluzione per l'eternità. In determinate circostanze una scissione fatta in maniera chiara e onesta, vale a dire attuata su una base di principio, è opportuna non solo per lasciare le mani libere ad entrambe e parti, ma anche per preparare l'ipotesi di un'unificazione reale e non fittizia nel futuro.

Nel corso della consultazione nessuno ha negato il fatto che i bordighisti rappresentino un gruppo rivoluzionario serio e che non debba essere considerato alla stregua delle cricche corrotte di Landau e simili. Ma è un fatto che la sua condizione di gruppo nell'emigrazione gli permette di assumere tranquillamente delle posizioni che noi, sulla base della nostra esperienza internazionale collettiva, riteniamo settarie e profondamente nocive. I rapporti avuti per tre anni con loro non hanno avuto nessun risultato positivo. I bolscevico-leninisti, nella fattispecie la Nuova Opposizione Italiana, non sono riuscititi a persuadere i bordighisti, malgrado i numerosi tentativi compiuti [56]. D'altro canto, i bordighisti non sono stati in grado di conquistare alle proprie posizioni nessuno all'interno dell'OSI. Questo fatto è molto istruttivo. Nonostante i costanti contatti tra le due frazioni non c'è stato alcun tipo di fusione ideologica, vale a dire alcuna reciproca integrazione ed influenza: dobbiamo dunque dedurre che si tratta di due gruppi diversi e del tutto distinti. In un'ipotesi di lavoro comune essi potrebbero solo paralizzarsi reciprocamente.

Da un punto di vista marxista il fatto che nessuno condivida le posizioni dei bordighisti al di fuori dell'Italia -e perciò essi rappresentino una setta a carattere esclusivamente nazionale- favorisce una valutazione negativa di questo gruppo. La politica della rivoluzione internazionale non può essere attuata "in un solo paese". Anche i bordighisti ne sono coscienti. Proprio per questo motivo rimangono strettamente aggrappati all'Opposizione internazionale; la loro militanza fittizia nell'Opposizione li aiuta a mascherare il loro isolamento nazionale. Ma noi non possiamo avere il minimo interesse ad assecondarli. Al contrario, in questo, come in altri casi, dobbiamo dire apertamente la verità. Soprattutto dopo il ben noto articolo della frazione bordighista [57].

Dove la critica delle idee non ci aiuta, abbiamo bisogno dell'evidenza dei fatti. Invece di contrastarci l'un l'altro, di paralizzarsi reciprocamente e di aggravare le già profonde divergenze di opinione con frizioni quotidiane e dispute organizzative, sarebbe molto meglio separarci in tempo, fraternamente e senza ostilità e lasciare la verifica delle due linee al corso ulteriore della lotta rivoluzionaria.

Aspettare la conferenza ufficiale per separarci finalmente dai bordighisti sarebbe un formalismo pericoloso e superfluo. Considerate le insolite difficoltà alle quali l'Opposizione internazionale deve far fronte, non possiamo essere sicuri che la conferenza sarà in grado di riunirsi nell'immediato futuro. In Germania probabile che si verifichino dei gravi avvenimenti prima che noi si riesca a convocare insieme la conferenza. Sarebbe imperdonabile lasciare sospesa in aria una questione che è tanto chiara ed evidente per tutti.

La riunione di consultazione era abbastanza rappresentativa, poiché rifletteva le posizioni reali della sinistra internazionale. Si è espressa a favore dell'immediata interruzione dei rapporti tra i bordighisti e i bolscevico-leninisti. Noi speriamo che le sezioni nazionali esprimano il loro accordo con il punto di vista scaturito dalla consultazione e perciò lo trasformiamo in decisione definitiva.

 

Da "L'Opposizione di sinistra internazionale, suoi compiti e metodi"

[dicembre 1932]

l'Opposizione di sinistra in Italia: rapporti con i bordighisti [58]

la cosiddetta Frazione di sinistra dei comunisti italiani (gruppo Prometeo o bordighisti) ha tradizioni proprie che sono nettamente distinte da quelle dei bolscevico-leninisti. I bordighisti, che hanno avuto origine durante la battaglia contro l'opportunismo del vecchio Partito socialista italiano, si posero fin dagli inizi su un piano antiparlamentare e ultimatista, persistendo nella loro opposizione al Comintern negli ani dei primi quattro congressi mondiali. Il loro abbandono formale dell'antiparlamentarismo, verificatosi dopo il II Congresso mondiale, non ha mutato nella sostanza la politica dei bordighisti. Il rifiuto della lotta per gli obiettivi democratici sotto qualsiasi condizione e della politica di fronte unico nei confronti della socialdemocrazia -oggi, nel 1933, dopo l'enorme esperienza fata a livello mondiale- prova a sufficienza il carattere settario del gruppo Prometeo. La frazione bordighista, pur rivendicando il ruolo di corrente marxista indipendente, ha dimostrato al sua totale incapacità ad avere qualsiasi influenza sullo sviluppo del Partito italiano ufficiale. All'interno di quest'ultimo si è formato un nuovo raggruppamento marxista, la Nuova Opposizione Italiana (NOI), che si fonda interamente sulle posizioni dell'opposizione di sinistra. Un segno evidente del carattere settario del gruppo Prometeo è costituito proprio dalla sua totale incapacità, malgrado la sua esistenza oltre più che decennale, di estendere la sua influenza ad altri paesi. I limiti nazionali del bordighismo, dal punto di vista del marxismo, rappresentano la sua più dura ed ampia condanna storica.

L'Opposizione Internazionale, in questo come in altri casi, ha fatto tutti i tentativi possibili per arrivare ad un'integrazione dei bordighisti con i bolscevico-leninisti. Gli importantissimi avvenimenti verificatisi negli ultimi anni in Cina, Spagna e Germania, hanno costituito un test esauriente sulle differenze di posizione sul problema degli obiettivi democratici e della politica di fronte unico. ogni critica che l'Opposizione di sinistra ha lanciato contro gli stalinisti è rimbalzata anche contro i bordighisti. I tre anni di storia comune, la critica delle idee e la prova dei fatti, non lo hanno minimamente avvicinati a noi. Ora è il momento di trarre le necessarie conclusioni. Nell'ambito di un partito di massa sarebbe stato possibile vivere insieme ai bordighisti -a condizione di una rigida disciplina nell'azione. Ma in una frazione è assolutamente impossibile, specialmente dopo l'esperienza che abbiamo fatto, avallare la finzione dell'unità con un gruppo esterno che rimane ideologicamente rigido e isolato in modo settario.

I bordighisti stessi non hanno mai assunto un atteggiamento chiaro verso la nostra organizzazione internazionale. Costringendo i propri membri, indipendentemente dalle loro opinioni personali, a intervenire e a votare alle riunioni e alle conferenze dell'Opposizione internazionale esclusivamente sulla base delle posizioni della maggioranza della propria frazione, il gruppo "Prometeo" ha posto la sua disciplina nazionale al di sopra di quella internazionale. Ha violato dunque non solo i principi del centralismo democratico, ma anche quelli dell'internazionalismo. Già questo fatto basterebbe a dimostrare che i bordighisti non hanno mai fatto organicamente parte dell'Opposizione di sinistra. Se, malgrado questo, essi riaffermano la loro adesione formale all'Opposizione di sinistra internazionale, è solo per camuffare il carattere di setta nazionale del proprio gruppo. Ma una politica di camuffamento non ha nulla di marxista.

Pur riconoscendo l'onesto e devoto attaccamento alla rivoluzione di molto bordighisti, l'Opposizione di sinistra ritiene che sia giunto il momento di dichiarare apertamente che il gruppo Prometeo non fa parte dell'Opposizione di sinistra internazionale.

L'unica sezione italiana dei bolscevico-leninisti è la Nuova Opposizione Italiana.

 

Da "La situazione attuale del movimento operaio e i compiti dei bolscevico-leninisti" [59]

[14-16 ottobre 1934] 7. La psicologia le idee, i costumi generalmente evolvono più lentamente dello sviluppo dei rapporti oggettivi nelle società e nelle classi; anche nelle organizzazioni rivoluzionarie i morti stendono le mani sui vivi. Il periodo preparatorio di propaganda ci ha dato dei quadri senza i quali non avremmo potuto fare un passo in avanti, ma allo stesso tempo, come eredità, esso ha favorito nell'organizzazione l'espressione di concezioni molto astratte della costruzione del nuovo partito e della nuova Internazionale. Nella loro forma chimicamente pura, queste concezioni sono state espresse nel modo più completo da quella morta setta che sono i bordighisti, i quali sperano che l'avanguardia del proletariato si convinca da sola, attraverso lo studio di una produzione teorica di difficile lettura, della giustezza delle loro posizioni e prima o poi si riunisca attorno alla loro setta. Spesso questi settari affermano anche che gli avvenimenti rivoluzionari inevitabilmente spingeranno la classe operaia verso di noi. Questa attesa passiva, sotto una copertura di idealismo messianico, non ha niente in comune col marxismo. Gli eventi rivoluzionari passano sempre ed inevitabilmente sopra la testa di tutte le sette. Attraverso un lavoro teorico propagandistico, se corretto, si possono formare i primi quadri, ma non si può aggregare l'avanguardia del proletariato che non vive in un circolo né in un'aula scolastica, ma in una società di classe, in fabbrica, nelle organizzazioni di massa, un'avanguardia alla quale si deve saper parlare col linguaggio delle sue stesse esperienze.

I quadri più preparati dal punto di vista propagandistico sono destinati inevitabilmente a degenerare se non entrano in rapporto con la lotta quotidiana delle masse. La prospettiva dei bordighisti, secondo la quale gli avvenimenti rivoluzionari spingeranno da soli le masse verso di loro come ricompensa per le loro posizioni "corrette", rappresenta la più pericolosa delle illusioni. Nei periodi rivoluzionari le masse non chiedono l'indirizzo di questa o quella setta, ma le superano tutte d'un balzo. Per crescere più rapidamente durante un periodo d'ascesa, durante il periodo di preparazione dobbiamo saper trovare dei punti di contatto con la coscienza dei più ampi settori operai. è necessario stabilire rapporti corretti con le organizzazioni di massa. è necessario individuare il punto di partenza giusto corrispondente alle condizioni reali dell'avanguardia del proletariato nell'ambito dei suoi vari raggruppamenti. E per questo è necessario considerare se stessi non come sostituti del nuovo partito, ma solo come degli strumenti per la sua creazione. In altre parole, mentre si difende nella sua interezza l'intransigenza sui principi, è necessario liberarsi radicalmente dai residui settari che sopravvivono come eredità di un periodo di pura attività propagandistica.

 

Note

1. La lettera è in risposta ad una missiva di Bordiga scritta a Mosca nella stessa data (2 marzo 1926), nella quale il dirigente italiano chiedeva alcuni chiarimenti sulla posizione di Trotsky rispetto alla condizione politica tedesca nell'ottobre del 1923 e sull'operato della direzione del KPD. Lo scambio di lettere segue di poco la conclusione del IV Esecutivo allargato dell'IC tenuto nel febbraio del 1926. La condizione si è fatta ormai particolarmente tesa sia all'interno del quadro dirigente del PC russo, sia per quel che riguarda i rapporti tra Bordiga e la direzione del PC italiano.

La "questione russa" era esplosa nell'autunno del 1923 con la lettera di Trotsky alla Pravda, nella quale erano stati posti sul tappeto i problemi del rapporto tra centralismo e democrazia, tra la vecchia guardia bolscevica e il nuovo apparato di partito. La polemica si era poi ulteriormente allargata toccando la questione economica (concessioni ai contadini) e le questioni politiche ed ideologiche più generali (la costruzione del socialismo in un solo paese). La lotta contro Trotsky, condotta in prima persona da Stalin e Bucharin, era stata inquadrata nell'ambito della campagna per la "bolscevizzazione" del partito.

In Italia, gli anni non avevano fatto che acuire il processo di isolamento sempre maggiore dell'ala ultrasinistra del PCI e di Bordiga in particolare. A partire dall'Esecutivo allargato del giugno del '23, che aveva deciso di cambiare la composizione della direzione del PCI, Bordiga si era mantenuto coerente con la sua posizione di "non collaborazione" a tutti i livelli (si era rifiutato, tra l'altro, di presentarsi nella lista comunista per le elezioni del 1924). Questo atteggiamento, insieme ad alcune coincidenze importanti nella critica alle posizioni generali del Comintern e del PCR stalinizzati, lo accomunano sempre più a Trotsky nella polemica che Stalin conduce contro le sue posizioni, facilitando lo strumentale amalgama di "trotskismo" e "bordighismo". Gramsci, del resto, già nel maggio del '24 (al convegno di Como), aveva permesso l'avvio della assimilazione delle posizioni bordighiste di isolamento e non collaborazione, con quelle di Trotsky. Quest'operazione strumentale di assimilazione tra i due proseguirà, raggiungendo il suo apice nel 1926.

Quando si apre il VI Esecutivo allargato del Comintern, il III Congresso del PCI (Lione) è appena terminato, vedendo sconfitte e fortemente minoritarie le posizioni dell'ultrasinistra bordighiana. Bordiga si reca per l'occasione direttamente da Lione a Mosca, dove appare interlocutore e contraddittore diretto di Stalin: unica voce di dissenso autentico nella riunione.

2. Bordiga era reduce da una riunione della delegazione italiana con Stalin, del 22 febbraio, nella quale si era parlato soprattutto del problema contadino, ma dove, per iniziativa dello stesso Bordiga, si era accennato alla polemica che contrapponeva in quel periodo la maggioranza del PRC a Trotsky sulla questione tedesca. Bordiga, dunque, nella sua lettera a Trotsky, aveva chiesto delucidazioni sul contenuto di questa polemica, riportando in primo luogo le posizioni espresse dalla maggioranza del PRC (e per non fare riferimento ad una pura disputa verbale richiama alla posizioni espresse da Kuusinen in un articolo comparso nella Correspondance Internationale). Secondo queste ultime: 1) prima dell'ottobre del '26 Trotsky avrebbe appoggiato il gruppo di Brandler e accettato la linea decisa dagli organi dirigenti dell'IC per la Germania; 2) nel gennaio del '24, nelle tesi firmate anche da Radek, Trotsky avrebbe affermato che il PC tedesco non avrebbe dovuto scatenare l'offensiva nell'ottobre precedente; 3) solo nel settembre '24 Trotsky avrebbe formulato apertamente le proprie critiche verso il comportamento sia del PC tedesco che dell'IC.

3. Nell'autunno del '23 la direzione del KPD (guidata da Brandler), in accordo con le direttive del Comintern, aveva deciso di partecipare al governo dei socialdemocratici sassoni, come discutibile concretizzazione pratica della tattica del fronte unico e della parola d'ordine di "governo operaio" formato da partiti socialdemocratici, sancita dal IV Congresso mondiale dell'IC. Giudicando la situazione tedesca in quel periodo come rivoluzionaria (giudizio condiviso dall'IC) la direzione del KPD si era adoperata per spingere in avanti l'ascesa delle masse e il 21 ottobre la Conferenza dei consigli di fabbrica aveva decretato lo sciopero generale, per rispondere alle misure repressive rese dal governo centrale nei confronti di quello sassone. Fu l'avvio dell'insurrezione che, malpreparata, fallì sul nascere. Brandler, insieme con Radek (rappresentante dell'IC), decise il ritiro dei comunisti dalla lotta. Ma questi ad Amburgo proseguirono ugualmente nell'azione che, totalmente isolata, fallì sotto i colpi della repressione dell'esercito.

4. Ruth Fischer era un'esponente dell'ala "sinistra" del KPD. Al V Congresso dell'IC, nella discussione sulla "questione tedesca", polemizzò a lungo con le posizioni (da lei giudicate opportunistiche) di Radek (il quale aveva seguito direttamente le vicende dell'ottobre '23).

5.Radek aveva espresso un duro giudizio sul comportamento del KPD che si era, a suo avviso, rivelato incapace di cogliere l'occasione rivoluzionaria e di preparare se stesso e le masse alla presa del potere. La sua posizione fu apertamente polemica anche con quella maggioritaria dell'IC, all'epoca del V Congresso (giugno 1924), quando, per bocca di Zinov'ev, l'Internazionale non prese atto del sostanziale mutamento della situazione politica europea (sfavorevole al proletariato) e diede un'interpretazione più "estremista" della tattica di fronte unico e di "governo operaio", iniziando un rettifica (in senso negativo) dell'analisi della socialdemocrazia (che in questo periodo cominciò ad essere accomunata al fascismo). Zinov'ev dunque attaccò da sinistra Brandler e Radek per la loro sottovalutazione del pericolo socialdemocratico e ribadì le possibilità rivoluzionarie della situazione tedesca. In una lettera aperta del CE dell'IC ai militanti tedeschi del marzo 1924, si affermava: "La rivoluzione proletaria in Germania è inevitabile. L'errore commesso nell'ottobre del 1923, nell'apprezzamento del ritmo di sviluppo degli avvenimenti, ha provocato molte difficoltà ma non è che un episodio. La nostra diagnosi di fondo conserva il suo valore. La rivoluzione è in cammino, la rivoluzione verrà".

6. La sconfitta dell'ottobre aveva provocato una crisi all'interno del KPD. La direzione di Brandler (insieme a Radek) era stata messa sotto accusa alla riunione del CE del Comintern, a gennaio del '24, e sostituita da membri del centro e della sinistra (tra questi la Fischer e Maslow). Arkady Maslow (1891-1941), esponente all'epoca di posizioni ultrasinistre alla direzione del KPD, verrà espulso nel '27 per essersi schierato con l'Opposizione. Uno dei fondatori del Leninbund, ne lascerà la direzione e conserverà per alcuni periodi simpatie per il movimento per la Quarta Internazionale.

7. Dopo il Congresso di Lione (1926) che sancisce all'interno del PCI la definitiva sconfitta politica della sinistra bordighiana, quest'ultima viene drasticamente emarginata all'interno del Partito. L'isolamento si acuisce nel periodo successivo: Bordiga è al confino a Ponza e il resto della Frazione, in parte già espulsa, emigra all'estero, come gli altri quadri del partito. A Bruxelles la maggior parte della Frazione si riorganizza attorno ad un organo di stampa, il Prometeo, che vedrà la luce, con varia periodicità, dal 1928 al 1938.

Il gruppo, detto "Prometeo", si riaggrega attorno alla figura di Ottorino Perrone (Vercesi) che già nel 1925 aveva fatto parte del Congresso d'Intesa che aveva dato vita alla Frazione bordighista. è a questo gruppo che Trotsky si rivolge dopo la sua espulsione dal PCR per avere notizie sulla sua attività e sulle sue azioni politiche.

La Frazione risponde alle sollecitazioni di Trotsky con una lettera del giugno 1929 (in Prometeo n°20) il cui testo, "puramente documentario" (come tiene a precisare una breve nota informativa), è un riassunto delle vicende del gruppo a partire dal '26. Dopo aver ricordato la solidarietà espressa da Bordiga verso Trotsky, in particolare all'epoca del VI Esecutivo allargato, la lettera mette in luce l'esistenza, all'interno della Frazione, di posizioni divergenti sulla natura dello Stato russo, divergenze che avevano portato nel maggio del '27 ad una scissione del gruppo raccolto attorno al giornale Le Reveil Communiste, secondo il quale lo Stato sovietico non poteva più essere considerato proletario. Quindi la lettera elenca alcune acquisizioni politiche proprie della Frazione (rafforzamento crescente della borghesia; necessità di una lotta esterna all'Internazionale -e organizzata in frazione- per risolvere la crisi del movimento operaio; natura proletaria dello Stato sovietico; impossibilità, per quanto riguarda l'Italia, che la socialdemocrazia conduca una lotta armata contro il fascismo; avventurismo dell'attuale "svolta ultrasinistra" dell'IC e del PCI; destrismo opportunista dell'ipotesi politica precedentemente adottata dalla direzione italiana, quando difendeva la possibilità di una "rivoluzione popolare condotta insieme da operai e contadini, con la benevolenza della borghesia progressista e che avrebbe potuto svilupparsi in rivoluzione proletaria").

8. La "Piattaforma di sinistra" era il documento politico presentato dalla Frazione di sinistra al III Congresso del PCd'I, tenutosi nel gennaio del '26.

9. Il documento della Frazione affermava che il Partito rappresentava l'organo della classe "che sintetizza e unifica le spinte individuali" e si pronunciava contro la suddivisione in cellule d'officina (che rientrava strumentalmente nel quadro della "bolscevizzazione"), ma favorevole a quelle territoriali.

10. Fernand Loriot era stato uno dei dirigenti della corrente di sinistra della SFIO (partito socialista francese) durante la prima guerra mondiale. Divenuto uno dei leader del PC francese lo abbandonò per militare nel gruppo "Contre le Courant". Successivamente era tornato su posizioni sindacaliste rivoluzionarie (quelle degli anni giovanili) collaborando alla rivista Révolution Prolétarienne.

11. Questa rivista era stata fondata nel 1925 da Pierre Monatte. Inizialmente su posizioni sindacaliste-comuniste, essa difese poi le tesi del sindacalismo rivoluzionario, seguendo l'itinerario politico del suo principale animatore.

12. Pierre Monatte, sindacalista rivoluzionario militante nella CGT, nel 1909 era stato tra i fondatori de La vie ouvrière. Legatosi a Trotsky durane la prima guerra mondiale, aveva aderito al PC francese solo nel '23, dopo l'uscita di Frossard [13], ma ne venne espulso l'anno successivo per la solidarietà espressa verso Trotsky. Fondatore della rivista Révolution Prolétarienne e animatore de gruppo omonimo, ruppe con Trotsky e col comunismo nel 1930, per tornare alle sue originarie posizioni sindacaliste rivoluzionarie.

13. Luois-Oliver Frossard, socialdemocratico pacifista durante il conflitto mondiale, divenne nel '14 segretario generale del Partito socialista francese (SFIO). Si reca a Mosca nel '20; al suo ritorno dà battaglia per l'adesione all'Internazionale. Dopo la scissione di Tours è segretario generale del PCF, ma non è d'accordo sull'accettazione delle 21 condizioni di adesione all'IC e si dimette dalla carica all'inizio del '23. Esce dal partito e ritorna nella SFIO.

14. La CGT (Confédération Général du Travail) era la centrale sindacale francese. Subì una scissione nel '21 ad opera dei riformisti, quando la frazione legata a Mosca stava per divenire maggioritaria. Si ebbero dunque due organizzazioni: la CGT riformista legata alla socialdemocrazia e la CGTU (Confédération Général du Travail Unitaire) controllata dai comunisti. Le due Confederazioni si riunificheranno nel '36.

15. Dopo esser passato a posizioni sindacaliste rivoluzionarie, Monatte diede vita alla "Ligue syndacaliste" in Francia.

16. Boris Souvarine (il cui vero nome era Boris Lifchitz), era un gionalista di origini socialiste che aveva diretto il Bulletin Communiste e aveva aderito al PCF, di cui rappresentava l'ala sinistra. Delegato del PC a Mosca, dopo il 1923 aveva pubblicato in francese una serie di articoli di Trotsky e preso le sue difese al XIII Congresso del PCR. Espulso dal PCF nel giugno del '24 per la sua solidarietà con Trotsky, aveva continuato la pubblicazione del Bulletin Communiste e fondato il circolo "Marx-Lenin" continuando a mantenere rapporti politici con Trotsky. Nel '29 si consumava la rottura tra i due, e Souvarine trasformava il suo gruppo in "circolo comunista democratico" spostandosi su posizioni di destra, vicine a quelle del gruppo tedesco di Brandler (espulso dall'IC).

17. Il testo bordighista affermava: "Il contadino reso cosciente del programma dei comunisti, divenuto suscettibile di organizzazione politica, deve divenire un membro del Partito comunista; solo in questo senso si combatterà il sorgere di partiti di soli contadini influenzabili inevitabilmente dalla controrivoluzione".

18. Una delle polemiche più accese tra Trotsky e il PCR, immediatamente prima dell'espulsione dal partito, fu infatti quella relativa alle sorti della rivoluzione cinese. Già nel '26 Trotsky metteva in guardia la direzione del partito sulla natura pericolosamente controrivoluzionaria dell'appoggio dato dal PC cinese (in pieno accordo con Stalin e Bucharin) al Kuomintang di Sun-yat-sen: l'organizzazione a base contadina, diretta dalla borghesia nazionale cinese, all'interno della quale il PC cinese (compreso il giovane Mao) a partire dal '23 aveva cercato un'integrazione sempre più avanzata. Quando Trotsky risponde alla Frazione bordighista, la tragedia della rivoluzione cinese si è ormai consumata col massacro del movimento operaio di Shangai (aprile del '27), rivelando le pesantissime responsabilità della direzione comunista cinese, fedele esecutrice delle direttive del Comintern stalinizzato.

19. Questo Comitato aveva legato, a partire dal '25 fino al '28, i dirigenti sindacali russi (nei fatti la politica estera sovietica verso la Gran Bretagna) ai settori riformisti delle Trade Unions inglesi e aveva contribuito in maniera determinante al soffocamento dello sciopero generale del '26 e di quello dei minatori che aveva scosso l'Inghilterra alla fine degli anni '20. Agli occhi di Trotsky la politica di alleanza con i sindacati riformisti in Inghilterra e con il Kuomintang in Cina rappresentava l'espressione più evidente dell'opportunismo della direzione staliniana negli anni '26-'27.

20. Giornale di una frazione bordighista dissidente, nell'emigrazione.

21. è l'articolo "La difesa dell'URSS e l'Opposizione" (7 settembre 1929), diretto contro le critiche ultrasinistre sulla questione dell'URSS, provenienti da Robert Louzon (uscito dal PCF con Monatte e fondatore con questi della Révolution Prolétarienne e della Ligue Syndacaliste), da Hogo Ubrahns (dirigente del KPD espulso nel '27 e fondatore del Leninbund, il cui organo era Die Fahne des Kommunismus). Il 30 settembre la polemica di Trotsky proseguirà sullo stesso argomento, con "Il conflitto sino-sovietico e la posizione degli oppositori belgi", diretto in particolare contro Edouard Van Overstraeten, fondatore del PC belga, espulso ed esponente dell'opposizione di sinistra belga con il giornale Le Communiste.

22. Nell'analizzare la situazione interna russa nel periodo di affermazione del potere staliniano, Trotsky aveva più volte fatto riferimento agli eventi della rivoluzione francese del 1789. In particolare riteneva che la sconfitta dell'Opposizione di sinistra russa nel '23 avesse dato il via in Russia ad un processo termidoriano (intendendo per "Termidoro" l'affermarsi della controrivoluzione borghese) che però non aveva concluso completamente il suo ciclo. In sostanza Stalin aveva appena avviato un processo controrivoluzionario di cui non si poteva ancora prevedere l'esito finale. Più tardi, dopo la vittoria di Hitler e alla luce del ruolo svolto dalla burocrazia staliniana per l'affermazione nazista, Trotsky arrivò alla determinazione della necessità di una nuova Internazionale e della rivoluzione politica nello Stato sovietico; egli rielaborò la sua analisi rettificandola e affermando che già da tempo l'Unione sovietica era entrata in una fase post-termidoriana. Ciò non voleva dire che vi si era attuata completamente la controrivoluzione borghese. Infatti il Termidoro in Francia non aveva rappresentato la controrivoluzione, ma solo "una fase reazionaria nell'ambito della rivoluzione" (i termidoriani non avevano distrutto i rapporti di produzione borghesi instaurati dalla rivoluzione dell'89, ma solo costituito un governo antipopolare): ed era proprio sulla base delle conquiste sociali dell'ottobre che Stalin aveva instaurato il proprio potere antiproletario.

23. F. Engels, "La guerra dei contadini in Germania", 1850.

24. Togliatti si era recato per la prima volta in URSS in occasione del V Congresso dell'IC (giugno del '24). Successivamente, nel 1926, venne delegato dal III Congresso del PCd'I a rappresentare il Partito al CE dell'IC.

25. La parola d'ordine generale attorno alla quale ruotava la linea politica del PCd'I all'indomani dell'assassinio di Matteotti era quella dell'"Assemblea repubblicana basata sui comitati operai e contadini". Questi ultimi venivano concepiti come strumenti di mobilitazione delle masse, come embrioni di soviet. Era proprio questa loro natura proletaria a contrastare, secondo Trotsky, con i contenuti democratico-borghesi dell'Assemblea repubblicana. Tale parola d'ordine sarà oggetto nel '27 della polemica che contrappose la direzione del PC ai giovani della FGCI, i quali la criticarono duramente contrapponendole estremisticamente l'agitazione diretta per il "governo operaio e contadino". Anche Trotsky criticò questa posizione che era comune a tutta la direzione del Partito.

26. Questa conferenza si tenne nell'aprile 1930. L'iniziativa, favorita in prima persona dallo stesso Trotsky, aveva lo scopo di riunire i vari raggruppamenti di dissidenti che a livello internazionale si opponevano alla stalinizzazione del potere sovietico e dell'Internazionale. Proprio per il suo carattere preliminare, voleva essere una prima presa di contatto tra gruppi diversi, per saggiare la possibilità di una lotta comune nella prospettiva di una rigenerazione della III Internazionale in senso marxista rivoluzionario. La conferenza elesse un Segretariato Internazionale provvisorio (i cui membri erano Rosmer, Landau 48., Leon Sedov) con sede prima a Berlino e poi a Parigi, con il quale i bordighisti ebbero frequenti motivi di dissenso. I rapporti fra Trotsky e la Frazione di sinistra italiana si erano andati progressivamente deteriorando (nello specifico proprio sulla questione della conferenza) già dall'autunno del '29, poiché il gruppo Prometeo criticava la mancanza di una chiara piattaforma politica generale alla quale fare riferimento per l'avvio della discussione.

27. Hugo Urbahns (1890-1946) di origini socialiste, aveva aderito al KPD al momento della sua fondazione, rappresentandone insieme alla Fischer e a Maslow l'ala sinistra. Espulso dal KPD nel '26, insieme a tutta la sinistra, era stato tra i fondatori, nel '28, del Leninbund, il gruppo al quale fa riferimento Trotsky nella lettera, che riuniva elementi comunisti di sinistra dissidenti, vicini all'Opposizione di sinistra. Nel '30 romperà con quest'ultima per le divergenze sulla natura sociale dell'URSS, definita da Urbahns a "capitalismo di Stato".

28. Al momento in cui scriveva (aprile '30) Trotsky non era ancora entrato ufficialmente in contatto con i "tre" (Tresso, Leonetti e Ravazzoli), i dirigenti comunisti che di lì a poco gli avrebbero inviato una lunga lettera-documento. Ma è probabile che avesse già avuto indirettamente sentore della crisi politica che travagliava la direzione del PCd'I a causa dell'allineamento repentino alle posizioni staliniane di una parte di essa. In aprile i "tre" si erano già messi in contatto con Rosmer, uno dei dirigenti dell'Opposizione di sinistra (OSI) a Parigi.

29. In Prometeo, n° 31, la Frazione bordighista aveva pubblicato anche una sua lunga lettera al Segretariato Internazionale. La lettera era in realtà un documento di risposta all'invito dell'OSI a partecipare alla detta Conferenza, col quale si intendeva motivare l'assenza del gruppo Prometeo alla riunione di aprile. Sia il tono che i contenuti miravano però a prendere le distanze dall'OSI nel suo insieme e dalle sue iniziative, pur non arrivando ancora alla rottura dei rapporti.

30. In essa la Frazione di sinistra fa rilevare come il contenuto della precedente risposta di Trotsky (lettera del 22 aprile) fosse in aperto contrasto con quello manifestato nella prima lettera (del 25 settembre 1929) nella quale Trotsky aveva mirato soprattutto a mettere in luce i punti di accordo e il comune terreno di confronto. Da parte bordighista si ribadisce l'attaccamento alle posizioni della piattaforma del '26 (congresso di Lione) e la volontà di far parte dell'OSI, pur puntualizzando le divergenze sull'attività del Segretariato Internazionale (SI) e sui modi (affrettati e poco seri dal punto di vista dell'omogeneizzazione ideologica) di preparazione della Conferenza preliminare).

31. Negli anni immediatamente precedenti (1928-29) Bordiga si era trovato confinato a Ponza insieme ad altri comunisti. Era completamente isolato dalla sua Frazione che, per lo più emigrata, era già stata espulsa o del tutto emarginata nel Partito. Alla fine del '29 Bordiga veniva rimesso in libertà (e sarà espulso su proposta di Togliatti nell'anno successivo), ma anche allora i rapporti con la sinistra comunista nell'emigrazione rimasero del tutto episodici.

32. Il gruppo Prometeo, pur essendosi verbalmente a più riprese dichiarato disposto a lavorare nell'OSI, di fatto non si mosse mai concretamente in quest'ottica.

33. La piattaforma, meglio nota come il "Progetto di Tesi per il III Congresso del PCd'I", presentato dalla sinistra al congresso di Lione, era stata redatta nel 1925, ma viene comunemente riferita all'anno successivo, quando si tenne effettivamente il congresso.

34. La Vérité era il giornale dell'Opposizione di sinistra francese, La lutte de classes la sua rivista teorica.

35. Magdeline e Maurice Paz erano due intellettuali comunisti (lei giornalista, lui avvocato), espulsi dal PC francese, avvicinatisi a Trotsky nei primi mesi dell'esilio ad Alma Ata. Pubblicavano la rivista Contre le courant. Quando nel '29 Trotsky propose loro di integrarsi nell'OSI e di trasformare la rivista in un settimanale che fosse portavoce dell'Opposizione, essi rifiutarono, spaventati dalla debolezza delle forze dell'OSI e dalla difficoltà di un lavoro da svolgere in contrapposizione ai partiti comunisti stalinizzati.

36. Arthur Pollak, professore all'università di Praga, era uno dei dirigenti di un gruppo cecoslovacco legatosi all'Opposizione russa alla fine degli anni '20, pubblicava il periodico Rudy Prapor (Bandiera Rossa).

37. Al XV Congresso del Partito comunista russo, tenutosi nel dicembre del '27, l'Opposizione di sinistra russa presentò un controprogetto, noto come "Piattaforma dell'Opposizione", sulla base del quale condurre la battaglia nel Partito. Questa piattaforma era il frutto dell'accordo politico raggiunto tra l'"Opposizione trotskista", delineatasi già nel '23, e la cosiddetta "Opposizione di Leningrado", che aveva in Kamenev e Zinov'ev i suoi membri più rappresentativi. La piattaforma, pur essendo un contributo legato alla situazione interna russa, prendeva posizione anche su alcune importanti questioni internazionali, come la rivoluzione cinese che era stata al centro dell'attenzione del Comintern nel periodo precedente al XV Congresso.

38. Alla vigilia del VI Congresso dell'IC (tenutosi tra il luglio e il settembre del '28) venne pubblicato il "Programma dell'IC", elaborato da Bucharin, e che avrebbe costituito il testo programmatico di riferimento del Comintern per la nuova fase politica che esso apriva alla fine degli anni '20, con la linea della cosiddetta "svolta". Nel "Programma" si tentava di fornire il supporto teorico alla lotta contro la socialdemocrazia, accomunata ormai al fascismo, all'analisi estremizzata ed ultraottimista della situazione politica mondiale (pericolo di guerra, apertura di nuovi processi rivoluzionari, previsione di processi di radicalizzazione sociale acuta in vari paesi europei, per esempio l'Italia). Questi contenuti della "svolta", che sarebbero stati sanciti definitivamente dall'Esecutivo allargato dell'anno successivo, vennero duramente criticati da Trotsky, che nel giugno del '28, ad Alma Ata, scrisse un testo di critica divenuto poi famoso (costituirà gran parte della sua opera La III Internazionale dopo Lenin): "Il Progetto di programma dell'IC, critica delle tesi fondamentali". Formalmente indirizzato ai delegati del VI Congresso, ebbe pochissima diffusione in Russia. Mai pubblicato in lingua russa, venne fortunosamente recuperato da due delegati americani (lo statunitense Cannon e il canadese Spector) che lo portarono negli USA, dove venne reso pubblico.

39. La "Ligue Communiste" era il gruppo francese dell'OSI. I suoi statuti, in accordo con le posizioni generali dell'Opposizione, riconoscevano come interni al patrimonio teorico-politico del movimento proletario i contributi programmatici e le decisioni dei primi quattro congressi del Comintern, ritenendo che a partire dal quinto il processo di degenerazione, iniziato da tempo nella direzione del PCR, si fosse esteso anche all'Internazionale e ai suoi organismi, controllati direttamente da Stalin.

40. Gli oppositori italiani alla "svolta" espulsi nel giugno del '30, si erano già messi in contatto con Trotsky nel mese di maggio e presto entreranno a far parte dell'OSI. I rapporti tra questi e i bordighisti furono sempre difficili. Nella lettera del 3 giugno alla quale fa riferimento la risposta di Trotsky, si accusa il SI di usare un comportamento frazionistico e manovriero verso la razione bordighista, allo scopo di tenerla all'oscuro dei contatti del SI e il gruppo degli "ex-funzionari del partito italiano".

41. Nel Leninbund, fondato il 4 marzo 1928, erano organizzati oppositori tedeschi di varia provenienza, che fin dal '26 avevano manifestato le proprie divergenze con l'IC. Comprendeva elementi sia "zinovievisti" che "trotskysti". Dopo aver subito una scissione ad opera degli "zinovievisti" Fischer e Maslow, il Leninbund si era avvicinato sempre di più all'OSI, finché alla fine del '29 si manifestarono profonde divergenze sulla natura sociale dell'URSS e sull'impossibilità di riformare i partiti comunisti stalinizzati. Nella primavera del '30 il gruppo si scinde e i militanti più legati all'OSI si uniscono con l'Opposizione di Wedding (un gruppo di estrazione operaia), fondando la sezione tedesca dell'OSI.

42. In Prometeo, 27 settembre 1931 Questa lettera e la successiva riguardano una questione specifica: la pubblicazione in italiano di alcuni scritti del rivoluzionario russo, curati dalla Frazione di sinistra. Il gruppo Prometeo aveva scritto a Trotsky proponendogli di redigere "una prefazione speciale per il movimento italiano".

43. Alle brevi note di Trotsky della lettera precedente, Prometeo risponde proponendo di eliminare la prefazione e di inserire una nota introduttiva scritta dalla Frazione di sinistra, "del tutto obiettiva, nella quale troverà posto la lettera che voi ci avete mandato o qualsiasi altra dichiarazione che ci farete pervenire a tale riguardo". Per quel che riguarda i problemi politici, Prometeo pone in evidenza la necessità della discussione concreta delle rispettive posizioni, che non deve limitarsi alla semplice lettura dei testi, ma che deve tendere alla "formazione di un ambiente favorevole per la chiarificazione politica".

44. La frazione di sinistra risponderà a questa lettera prendendo atto della volontà di Trotsky di scindere le proprie responsabilità politiche da quelle del gruppo Prometeo. Ciò verrà inteso come una rottura di quel rapporto privilegiato che aveva unito i bordighisti all'OSI. Il gruppo decide dunque di rimettere tutto il materiale tipografico al SI e il libro non verrà mai pubblicato.

45. In Prometeo, n° 83, 1° gennaio 1933. la lettera è anche nel Bollettino della NOI, n° 13, 1° febbraio 1933. Essa sancisce la rottura ufficiale tra l'OSI e i bordighisti, ripetendo quasi alla lettera il giudizio che contemporaneamente Trotsky inseriva nella risoluzione sui bordighisti per la preconferenza di Parigi. Trotsky si era già espresso da tempo a favore di tale rottura, le cui motivazioni di fondo aveva affrontato nella sua critica alla risoluzione di Prometeo sugli obiettivi democratici.

46. La questione del parlamentarismo fu uno dei punti all'ordine del giorno del II Congresso dell'IC, che gli dedico una commissione apposita (presidente Trotsky, relatore Bucharin) nella quale Bordiga presentò una controrelazione esplicativa della sua posizione astensionista (con la quale Lenin polemizzò anche nel suo L'estremismo, malattia infantile del comunismo). Bordiga, che in quell'occasione aveva l'appoggio dei delegati americani, inglesi, svizzeri e tedeschi, fu battuto con 80 voti contrari e 11 favorevoli. Da quel momento Bordiga abbandonò (ma solo formalmente) la difesa delle sue posizioni.

47. Come risulta anche dal carteggio con Prometeo (lettera del 19 giugno 1930), Trotsky fu sempre attento a non identificare Bordiga con i "bordighisti", manifestando la propria indefettibile stima al dirigente italiano, che non coinvolse mai direttamente nelle sue critiche alle posizioni settarie di Prometeo. Va ricordato che negli anni di più intensi rapporti tra bordighisti e OSI (1929-30) Bordiga, reduce dal confino a Ponza, viveva in Italia strettamente sorvegliato dalla polizia fascista, avendo rifiutato di emigrare, ed era del tutto isolato e in disparte dall'attività politica. Ciò diede il pretesto agli stalinisti italiani di montare una vergognosa campagna di calunnia contro il grande dirigente comunista, che continua ancora ai nostri giorni.

48. Kurt Landau (1903-1937) militante del KPD e relatore di Die Rote Fahne, nel 1928 si era schierato con l'Opposizione, animando il giornale Der Neue Mahnruf. A Berlino era stato il principale dirigente dell'Opposizione unificata tedesca (dopo la rottura col Leninbund) e nell'aprile del '30 era stato nominato membro del SI provvisorio dell'OSI. Poco dopo nascevano le divergenze con l'Opposizione e la rottura. Egli mantenne in vita una propria organizzazione che pubblicava il giornale Die Funke. Continuò a mantenere contatti con gli altri gruppi a livello internazionale nel tentativo di dar vita ad una corrente internazionale indipendente. Fu ucciso dagli stalinisti durane la guerra di Spagna.

49. Quanto poco avessero in comune il settarismo estremista bordighista e le posizioni di Landau, risultò poco tempo dopo la vittoria di Hitler (1933), quando Landau si dichiarò contrario all'ipotesi di costruzione di nuovi partiti comunisti e di una nuova Internazionale, ritenendo ancora possibile un recupero dei partiti comunisti e del Comintern stalinizzati.

50. Jouaquim Maurìn (1896-1973) dirigente del PC spagnolo, espulso nel '29 per le sue simpatie per Bucharin insieme alla Federazione comunista catalana, fu poi segretario del POUM.

51. Si allude al Segretario Internazionale dell'OSI, più volte in quegli anni contestato da varie sezioni nazionali. Lo stesso gruppo Prometeo, pur non aderendo formalmente all'OSI, aveva manifestato la sua ostilità verso l'attività del SI.

52. La lettera è firmata G. Gourov, uno degli pseudonimi di Trotsky, e riguarda la preparazione della preconferenza internazionale dell'OSI che si sarebbe tenuta a Parigi nel febbraio del '33. Quest'incontro era previsto in preparazione di un'assise internazionale più ampia che doveva aver luogo nel luglio dello stesso anno, ma che non venne mai effettuata.

53. I dirigenti del PCd'I espulsi nel '30 per la loro opposizione alla svolta del "terzo periodo" avevano fondato la NOI (Nuova Opposizione Italiana) e aderito all'OSI. Alcuni di loro tra il '31 e il '33 curarono un organo di stampa in lingua italiana (il Bollettino dell'Opposizione Comunista Italiana). Sul n° 3 del Bollettino (15 agosto 1931) fu pubblicata una critica della frazione bordighista sotto il titolo "Noi e la frazione della sinistra bordighiana".

54. Souzo era uno degli pseudonimi di Alfonso Leonetti (ideato dallo stesso Trotsky), uno dei "tre" membri dell'ufficio politico espulso dal PCd'I nel giugno del '30, dirigente della NOI e in quel periodo membro del Segretariato dell'OSI. L'articolo in questione comparve in La Lutte de classes, n° 36, 15 marzo 1932, col titolo "bordighismo e trotskismo".

55. Articolo apparso per la prima volta in inglese nell'Internal Bullettin della Communist League of America, n° 9, 1933. La relazione da cui è tratto il brano sui bordighisti, a firma di G. Gourov, aveva lo scopo di informare le varie sezioni dell'OSI su una serie di incontri avuti da Trotsky con alcuni esponenti europei dell'OSI a proposito della sua situazione interna.

56. I rapporti tra Prometeo e la NOI furono sempre burrascosi. I bordighisti consideravano i "tre" come elementi ancora legati alla tradizione "centrista" della direzione gramsciana che li aveva battuti al Congresso di Lione e, in quanto tali, ben poco diversi dalla direzione comunista filostalinista degli anni '30. Già nel settembre del '30, Prometeo in una sua risoluzione rimproverava "i tre di non essersi autocriticati per gli errori del passato". A parte un breve periodo iniziale di collaborazione (con scambio di materiale e tentativi di discussioni comuni) non ci fu mai una vera intesa politica, anche perché con l'adesione della NOI all'OSI i rapporti tra quest'ultima e Prometeo, già compromessi, si deteriorarono definitivamente. Nell'agosto del '31, la NOI pubblicava, sul Bollettino n° 3, un documento, "Noi e la frazione di sinistra bordighiana", nel quale si faceva brevemente la storia dei rapporti intercorsi tra i due gruppi e si mettevano in luce le numerose divergenze di fondo che erano alla base dell'impossibilità di un rapporto costruttivo dei due gruppi nella prospettiva di una fusione. Prometeo replicò con una risoluzione (in Prometeo n° 59 del 13 settembre 1931) in cui si condannava duramente la NOI accusandola di frazionismo.

57. Probabilmente si fa riferimento alla risoluzione di Prometeo già citata nella nota precedente, del settembre 1931, in cui si afferma: "Il CE ritiene invece di trovarsi di fronte ad un gruppo che non ha dimostrato al sua esperienza che nel campo delle manovre e delle beghe di corridoio. In conseguenza decide di approfittare di tutte le occasioni che saranno fornite alla nostra organizzazione per disperdere il nuovo equivoco che si vorrebbe gonfiare attraverso una discussione su tutti i problemi politici. Ma la frazione non permetterà ad un gruppo di elementi senza base e senza principi di vivacchiare in riflesso alla valorizzazione che la razione ne farebbe".

58. Paragrafo del progetto di documento preparato da Trotsky per la già citata Preconferenza di Parigi del 1933. Il documento venne adottato nella riunione di febbraio, con l'integrazione di altre parti riguardanti la situazione specifica di alcune sezioni nazionali dell'OSI. Corrispondente in pratica ad una risoluzione sul "caso Prometeo", questo brano sancisce ufficialmente la rottura coi bordighisti -avvenuta nei fatti già da tempo- e il riconoscimento della NOI come sezione italiana dell'OSI.

59. Documento adottato nel Plenum della Lega Comunista Internazionalista (bolscevico-leninista), il 14-16 ottobre del 1934. la LCI (b-l) era il nome assunto dall'Opposizione di sinistra internazionale dopo la "svolta" del '33 verso la costruzione di nuovi partiti comunisti e una nuova Internazionale (la Quarta), adottata da Trotsky e dal suo movimento. Il Plenum in questione segnò un altro momento tattico importante, approvando la scelta della sezione francese di entrare nell'organizzazione socialdemocratica (la SFIO) per conquistarvi un seguito di massa: era il cosiddetto "tournant" entrista, che nelle file italiane avrebbe incontrato il disaccordo di Leonetti, ma non quello di Tresso e Ravazzoli. Del documento attribuiamo a Trotsky certamente il paragrafo sui bordighisti, oltre all'impostazione generale del testo.

 


Ultima modifica 26.6.00