Per una storia grafica del bolscevismo

Leon Trotsky (1936)

 


Scritto il 7 giugno 1936.
Trascritto e tradotto, dalla versione inglese presente sul MIA, da Mishù, Luglio 2000


 

Quella qui sotto riportata è la storia del Comitato Centrale del Partito Bolscevico in forma statistica. Queste tabelle, attentamente compilate con dati presi dalla stampa sovietica, sono abbastanza eloquenti già per se stesse. Non ritengo però superfluo apporre un breve commento introduttivo.

Cominciando dal sesto congresso del partito (luglio 1917) ci sono stati tredici congressi tenuti in ventidue anni. Tra il sesto ed il settimo congresso sono trascorsi otto mesi. I sei congressi successivi sono stati tenuti con intervalli di un anno; prima della morte di Lenin quest'intervallo, fissato negli statuti del partito, è stato rigidamente osservato. Da quel momento in poi il programma è stato sistematicamente violato. Il dodicesimo congresso si è riunito nell'aprile 1923 ed il tredicesimo nel maggio 1924, con un mese di ritardo. Il congresso successivo, il quattordicesimo, si tenne solo nel dicembre 1925, cioè un anno e mezzo dopo. Il quindicesimo congresso del partito, nel quale l'Opposizione di Sinistra fu espulsa dal partito, si è riunito nel dicembre 1927, il che vuol dire ben due anni dopo il quattordicesimo. Violazioni degli statuti del partito erano già divenute regola. Il sedicesimo congresso fu chiamato solo dopo un lasso di tempo di due anni e mezzo, nel giugno 1930. Ma pure quest'intervallo fu ritenuto troppo breve. Il diciassettesimo congresso del partito fu convocato dopo che tre anni ed otto mesi furono trascorsi. Finalmente, l'ultimo congresso - il diciottesimo - si è tenuto nel marzo di quest'anno, più di cinque anni dopo il precedente.

Il prolungamento degli intervalli non è stato di certo un incidente. Negli anni della rivoluzione e della guerra civile il partito ha trovato modo di rispettare i suoi propri statuti; il Comitato Centrale rimaneva un organo soggetto al controllo del partito. Esso cominciò a crescere al di sopra del partito simultaneamente con l'ascesa della burocrazia sovietica sullo stato proletario. Il controllo del partito, per quanto atterrito, divenne un fastidioso ostacolo per il Comitato Centrale. Gli intervalli tra i congressi furono da quel momento in avanti determinati dalle esigenze amministrative del nucleo dominante del Comitato Centrale, cioè, della cricca di Stalin. Quindi, il quattordicesimo congresso fu convocato con sei mesi di ritardo in connessione con la battaglia interna al triumvirato (Stalin, Zinov'ev, Kamenev). Prima di presentarsi al congresso, Stalin doveva esser sicuro d'aver la maggioranza nelle provincie. Non si trattava più di una questione riguardante la soluzione di problemi controversi e neppure di esercitare il controllo sul CC, ma di porre il sigillo dell'approvazione su fatti già compiuti. Il quindicesimo congresso venne riunito al solo scopo di tirare un bilancio conclusivo sullo strangolamento dell'Opposizione di Sinistra. I ritardi nella sua convocazione furono determinati da questa sola considerazione. Un identico atto fu compiuto dal sedicesimo congresso, questa volta in relazione all'Opposizione di Destra. Il diciassettesimo congresso fu radunato solo dopo che la crisi nelle collettivizzazione aveva superato le sue fasi più acute ed il CC era già in posizione di riportare alcuni argomenti "confortanti". Finalmente, il diciottesimo congresso fu tenuto dopo che le purghe di Yagoda, Yezhov e Beria avevano con successo sradicato l'opposizione, terrorizzando il partito e ricostruendo l'apparato di governo nello stato e nell'esercito. La relazione reciproca tra partito e apparato era stata il suo obiettivo.

La scelta del personale del CC non era lasciata al caso, ma era il risultato di anni di lavoro, prove e selezione. Era nella natura delle cose la formazione di uno stabile nucleo centrale, rieletto di anno in anno, all'interno del CC. Il CC veniva rinnovato da un lato a causa della morte dei vecchi membri e dall'altro per l'arrivo alla ribalta di forze giovani. Generalmente parlando, come appare dalla tabella I, fino al diciassettesimo congresso dal 60 all'86 percento del CC uscente veniva rieletto nel nuovo comitato. Occorre comunque specificare la precedente affermazione sottolineando come queste nude percentuali non provvedono per se stesse un quadro sufficientemente corretto del processo reale per mezzo del quale il CC veniva rinnovato. Durante i primi sette congressi - dal sesto al dodicesimo - venne in realtà rieletto sempre lo stesso nucleo ed i cambiamenti nella composizione del CC ammontavano all'inclusione di nuovi elementi, soggetti a test e selezione. Il tredicesimo congresso segnò un punto di rottura. Nel periodo iniziale del Termidoro i mutamenti del carattere politico dello stato maggiore bolscevico vennero conseguiti attraverso un'espansione artificiale del CC, cioè, diluendo il peso dei vecchi rivoluzionari con nuovi impiegati interessati ad una rapida carriera e fermamente aderenti alle direttive del segretario generale [*1]. Fino al 1923 il numero dei membri del CC è variato tra quindici e ventisette. Dal 1923 in poi esso è cresciuto dapprima a quaranta, e poi fino a settantuno. La cricca di Stalin ha all'inizio ritenuto più semplice introdurre nel CC docili o semi-docili novizi piuttosto che rimuovere immediatamente il nucleo base del partito di Lenin. Verso la fine del 1927 una stabilizzazione venne raggiunta riguardo il numero dei membri, ma allora cominciò la messa in disparte del vecchio nucleo leninista. In ogni caso, anche se ridotti a semplici pariah [1], i Vecchi Bolscevichi continuavano a rappresentare un pericolo politico. Un ancor più grande pericolo era rappresentato dalla crescita della Quarta Internazionale. Stalin, a modo suo, ha "combinato" questi due pericoli in modo tale da affrontarli contemporaneamente per mezzo di Yagoda e Yezhov. La messa da parte dei Vecchi Bolscevichi, tanto quanto dei rivoluzionari della nuova generazione, venne soppiantata dalla loro eliminazione fisica.

Di necessità, questi complessi processi sono rimossi nella tabella I. Essa si limita a registrare in numeri la proporzione col quale ogni nuovo Comitato Centrale veniva rinnovato. Come abbiamo già osservato, fino ad un certo periodo ogni CC trasferiva al suo successore dal 60 all'86 percento del suo personale. Negli ultimi cinque anni troviamo invece questa continuità violentemente distrutta. Il diciottesimo congresso tenuto nel marzo di quest'anno ha rilevato dal CC uscente soltanto il 22,5 percento dei suoi membri! Il personale dei CC che negli ultimi undici anni hanno frantumato prima l'Opposizione di Sinistra, poi l'Opposizione Unitaria ed infine l'Opposizione di Destra, e che ha assicurato il completo "monolitismo" del partito di Stalin, ha così mostrato di essere composto per più di tre-quarti da traditori, ingannatori e "nemici del popolo".

La tabella II mostra quanti membri dallo staff di ognuno dei dodici precedenti Comitati Centrali sono stati conservati nella composizione del presente Comitato Centrale; essa registra anche il destino sofferto dai membri rimossi. Come esempio prendiamo il Comitato Centrale eletto nell'agosto 1917 e che ha guidato la Rivoluzione d'Ottobre. Questo staff storico consisteva di ventun membri. Di questi solo uno resta ancora oggi nella leadership del partito - Stalin. Sette di loro sono morti a causa di malanni o sono caduti per mano del nemico (non entreremo qui in dispute su queste cause). Fucilati dal plotone di esecuzione - sette; tre sono scomparsi durante le purghe; altri tre sono stati eliminati politicamente - e forse anche fisicamente: un totale di tredici, cioè quasi il 62 percento, dei membri dell'Ottobre sono risultati essere "nemici del popolo". Stalin fornisce qui una conferma statistica sui generis della vecchia teoria di Miliukov-Kerensky secondo la quale la Rivoluzione d'Ottobre fu opera degli agenti dello stato maggiore tedesco.

Il decimo congresso, tenutosi nel marzo 1921, che ha lanciato la "Nuova Politica Economica", ha eletto un Comitato Centrale di ventiquattro membri. Allo stato attuale, che partecipano nella leadership sono cinque di loro, cioè, circa il 20 percento. 15 membri, cioè il 62,5 percento, sono stati liquidati fisicamente e politicamente. Il quindicesimo congresso, che espulse i "Trotskysti" nel dicembre 1927, stabilì un Comitato Centrale di settantuno membri. Di loro, dieci sono rimasti tutt'oggi nella leadership del partito, ovvero il 14 percento; cinquanta uomini sono stati liquidati, ovvero oltre il 70 percento. Del personale del CC stabilito dal sedicesimo congresso (1930), il 76 percento è stato sterminato fisicamente e politicamente. Infine, dei settantuno membri del CC eletto dal diciassettesimo congresso (1934), solo sedici anime sono ora nella leadership; quarantotto sono stati liquidati, cioè il 67,6 percento. Non possiamo dire ancora come o con quale estensione il presente CC sarà estirpato, in ogni caso il suo oroscopo è piuttosto scuro.

Nella sfera dei candidati le purghe sono state anche più devastanti. All'ultimo congresso meno del 12 percento dei candidati al precedente CC sono stati rieletti; l'86,7 percento dei candidati sono stati liquidati fisicamente e politicamente. In quasi tutti i congressi osserviamo all'opera la stessa e unica legge: la proporzione dei candidati rieletti diviene sempre più piccola mentre la proporzione dei liquidati è molto maggiore rispetto alle stesse proporzioni relative ai membri effettivi. Questo fatto è di eccezionale interesse: il fato dei candidati, reclutati dai nuovi quadri del partito, indica la direzione verso la quale la nuova burocrazia del partito si sta sviluppando. Contrariamente alla costantemente ripetuta asserzione secondo la quale i giovani sono incondizionatamente "leali" a Stalin, si dimostra come la proporzione di "traditori", "ingannatori" ed elementi genericamente inaffidabili tra i giovani quadri è persino più larga che quella del personale della Vecchia Guardia. Questa è l'irrefutabile testimonianza dei numeri! La differenza sta però in questo, che i "criminali" della Vecchia Guardia erano in molti casi colpevoli di devozione alla tradizione rivoluzionaria, laddove i "criminali" della nova burocrazia stanno apparentemente spingendo più risolutamente di Stalin stesso nella direzione della società classista. Ma tanto gli uni quanto gli altri sono pericolosi!

Questi cambiamenti nella composizione del CC erano accompagnati da ancor più drastici cambiamenti nel suo ruolo. Il vecchio CC bolscevico era l'indiscusso leader del partito ed era molto coscienzioso nella sua attitudine verso questioni teoriche e verso la voce dei lavoratori. Il presente CC non ha alcun tipo di intenzioni indipendenti. È scelto attentamente come ausiliario del nucleo dirigente, ed è alterato dal nucleo durante gli intervalli tra i congressi. Cambiamenti nel personale dei CC sono effettuati dall'apparato statale o, per dirla più correttamente, da certi dipartimenti "segreti" di questo apparato, soprattutto il GPU. Tra lo staff dei settantuno membri del presente CC c'è Beria, il capo del GPU, e Vyshinsky, precedentemente capo Pubblico Ministero ed ora deputato di Molotov. Il passato di Beria nel partito è al meglio quantomeno oscuro. Quello di Vyshinsky è invece abbastanza chiaro: egli aderì al Menscevismo nell' "eroico" periodo della sua carriera, in un periodo nel quale era impossibile non appartenere ad un partito "di sinistra"; ma per lo più egli fu un avvocato dei trust petroliferi. Egli apparve nell'arena sovietica durante il periodo della frantumazione dell'opposizione trotskysta. Quest'individuo non è diventato un lacchè bonapartista: egli è nato tale. Stalin si appoggia non sul CC, ma su Beria, Vyshinsky ed i loro assistenti, alla cui presenza i membri ordinari del CC tremano.

Tra i diplomatici, il personale dell'ultimo CC include Litvinov e Potemkin. Litvinov è un Vecchio Bolscevico che fa parte del partito dai tempi della sua fondazione. Potemkin è un ex professore borghese che si unì ai bolscevichi dopo la loro vittoria e che godette, come dichiarato e fastidioso cortigiano, del meritato disprezzo di tutti coloro che lo conoscevano. Oggi Potemkin ha non solo rimpiazzato Litvinov come capo del corpo diplomatico, ma gioca anche una parte di gran lunga più importante di Litvnov all'interno del partito. Tra i vecchi militari nel CC c'è Budenny, che non ha sostanziali legami col partito; e tra i candidati c'è l'ex-generale Shaposhinikov. La fisionomia politica di Shaposhinikov può essere caratterizzata dal fatto che, durante la guerra sovietico-polacca, l'allora capo del Dipartimento di Guerra sospese la pubblicazione del periodico Voennoe Delo ["Affari Militari"] nel quale Shaposhinikov aveva pubblicato un articolo sciovinista eccezionalmente osceno nel buon vecchio stile dell'era zarista ("I macchinatori polacchi", e così via). Persino come uomo militare Shaposhinikov manca di ogni statura. Egli è un docile funzionario dello staff generale zarista e niente più; la sua statura politica non richiede assolutamente nessun commento. Sopravvivendo alle purghe che hanno distrutto il fior fiore dello staff dirigente, Shaposhinikov è oggi, affianco a Potemkin, una figura simbolica del CC stalinista.

Quello del Comitato Centrale come comitato è un mito largamente condiviso. Esso continua a vivere senza che venga detto che le questioni più importanti, come quella dell'epurazione del CC stesso, non possono neppure essere discusse al suo interno. Ciò poiché il 32,4 percento dei suoi membri non può verosimilmente far passare la decisione di distruggere il 67,6 percento. Tali questioni sono decise dal super-Comitato Centrale di Stalin-Yagoda-Yezhov-Vyshinsky. Il destino del partito dipende tanto poco dal CC quanto il destino di quest'ultimo dipende dal partito.

L'Ufficio Politico [Politburo], dal canto suo, non dipende affatto da CC. Ciò è chiaramente dimostrato dal fatto che l'Ufficio Politico ha subito cambiamenti relativamente piccoli nell'era stalinista, mentre il CC "elettivo" è stato periodicamente soggetto di stermini. Ma questo Ufficio Politico serve solo come più o meno stabile arredamento decorativo. Esso non esercita alcun potere. Contrariamente al CC, l'Ufficio Politico è composto prevalentemente di Vecchi Bolscevichi. Di loro, solo Stalin faceva parte dell'Ufficio Politico sotto Lenin; Kalinin è stato per un breve periodo un candidato. La maggior parte dei membri rimanenti, uomini come Molotov, Andreyev, Voroshilov, Kaganovich e Mikoyan non sono affatto giovanotti il cui talento è fiorito nel periodo recente. Essi erano sufficientemente ben conosciuti già quindici ed anche venti anni fa; ma è proprio per questa ragione che a nessuno è mai venuta in mente l'idea che queste persone fossero capaci di guidare il partito. Essi sono tenuti nell'Ufficio Politico principalmente perché, con la loro veste di "Vecchi Bolscevichi", essi forniscono una specie di coperta per mascherare gli imbroglioni del tipo Vyshinsky-Beria-Potemkin e allievi. Su ogni questione importante, Stalin compare innanzi l' "Ufficio Politico" a fatti già compiuti.

Riassumendo, sulle basi delle tabelle riportate sotto, possiamo trarre due conclusioni estremamente importanti:

1. Ciò che oggi viene definito come "monolitismo" partitico ha assunto un significato politico e sociale che è l'esatto opposto del Bolscevismo. Un genuino partito Bolscevico si onora della propria unanimità ma solo nel senso che esso raggruppa l'avanguardia dei lavoratori sulla base di un irriconciliabile programma rivoluzionario. Il partito distingue se stesso da tutte le altre tendenze lungo la linea della lotta di classe proletaria. Il partito stalinista ha invece il seguente tratto caratteristico: c'è un sistematico allontanamento dalle politiche proletarie verso la difesa degli strati privilegiati (i kulak [contadini ricchi], gli uomini della Nep e la burocrazia nel primo periodo; i burocrati, l'aristocrazia operaia e dei kolkhoz [imprese agricole collettive], nel secondo periodo). Questo spostamento sociale è intimamente legato al rimodellamento dell'intero programma tanto in politica interna quanto in politica estera (la teoria del socialismo in un paese solo, la battaglia contro l'uguaglianza, la difesa della democrazia imperialista, i Fronti Popolari, ecc.). L'apparato di governo adatta sistematicamente il partito e le sue istituzioni a questo mutevole programma, cioè al servizio di nuovi e sempre più privilegiati strati sociali. Il metodo principale di questo adattamento sono le purghe dittatoriali. Il monolitismo del partito significa oggi, non la sua unità sulla base del programma proletario, ma la sua docilità nei confronti dell'apparato che tradisce questo programma. I rinnovi del personale del CC erano il riflesso, e continuano a riflettere, dello spostamento sociale del partito dagli oppressi verso gli oppressori.

2. La seconda conclusione è indissolubilmente legata alla prima. L'irrefutabile linguaggio dei numeri nega spietatamente l'asserzione così ricorrente tra gli intellettuali democratici che stalinismo e bolscevismo sono "una e la medesima cosa". Lo stalinismo trova origine non da un organico sviluppo del bolscevismo, ma come una negazione del bolscevismo consumatasi nel sangue. Il processo di questa negazione è molto ben rispecchiato graficamente nella storia del Comitato Centrale. Lo stalinismo doveva sterminare prima politicamente e poi fisicamente i quadri dirigenti del bolscevismo in modo da poter diventare ciò che ora è: un apparato di privilegiati; un freno al progresso storico; un agente dell'imperialismo mondiale. Stalinismo e bolscevismo sono nemici mortali.

Tabella I

Congresso

Data del congresso

(1) Membri del CC

(2) Candidati

Candidati e membri del CC precedente rieletti

Numero

%

VI

Luglio 1917

21

4

-

-

-

-

VII

Marzo 1918

15

8

13

2

86,6

25,0

VIII

Marzo 1919

19

8

12

1

63,0

12,5

IX

Marzo-aprile 1920

19

12

13

3

68,4

25,0

X

Marzo 1921

24

15

15

4

62,5

25,6

XI

Marzo-aprile 1922

27

19

20

7

74,0

36,8

XII

Aprile 1923

40

17

24

10

60,0

58,8

XIII

Maggio 1924

53

34

37

10

69,8

29,4

XIV

Dicembre 1925

63

43

49

22

77,7

51,1

XV

Dicembre 1927

71

50

52

39

73,2

78,0

XVI

Giugno-luglio 1930

71

67

57

39

80,3

58,2

XVII

Febbraio 1934

71

68

56

36

78,9

52,9

XVIII

Marzo 1939

71

68

16

8

22,5

11,7

Tabella II

Congresso

Data del congresso

(1) Membri del CC

(2) Candidati

Oggi nella leadership del partito

Morti per cause naturali

Vittime del Termidoro

Fucilati per sentenza

Suicidati

Scomparsi

Liquidati politicamente

Totale

Num.

%

Num.

%

Num

%

VI

Luglio 1917

21

4

1

-

4.8

-

7

-

33.3

-

7

-

-

2

3

2

3

-

13

4

61.9

100.0

VII

Marzo 1918

15

8

2

-

13.3

-

5

2

33.3

25.0

5

-

-

1

3

4

-

1

8

6

53.3

75.0

VIII

Marzo 1919

19

8

2

2

10.5

25.0

3

2

15.8

25.0

9

1

1

-

3

2

1

1

14

4

73.7

50.0

IX

Mar-ap 1920

19

12

3

2

15.8

16.6

3

3

15.8

25.0

10

-

1

-

2

4

-

3

13

7

68.4

58.3

X

Marzo 1921

24

15

5

-

20.8

-

4

3

16.6

20.0

7

3

1

-

2

7

5

2

15

12

62.5

80.0

XI

Mar-ap 1922

27

19

6

3

22.2

15.8

5

3

18.5

15.8

9

2

1

-

4

6

2

5

16

13

59.2

68.4

XII

Aprile 1923

40

17

7

2

17.5

11.8

7

1

17.5

5.9

11

1

1

1

9

3

5

9

26

14

65.0

82.3

XIII

Magg 1924

53

34

9

2

17.0

5.8

8

-

15.0

-

10

3

1

1

16

9

9

19

36

32

67.9

94.1

XIV

Dic. 1925

63

43

10

3

15.8

6.9

9

2

14.3

4.6

10

4

1

3

17

10

16

21

44

38

69.8

88.4

XV

Dic. 1927

71

50

10

5

14.0

10.0

11

1

15.5

2.0

5

3

3

1

25

12

17

28

50

44

70.4

88.0

XVI

Giu-lu. 1930

71

67

11

4

15.5

6.0

6

1

8.4

1.5

6

7

4

-

25

21

19

34

54

62

76.0

92.0

XVII

Febbr. 1934

71

68

17

8

24.0

11.8

6

1

8.4

1.5

11

8

1

2

24

20

12

29

48

59

67.6

86.7

 

Note

1. Pariah: membri di una bassa casta del sud dell'India.

*1. Nella versione inglese è scritto "firmly clinging to the coattails of the general secretary", tradotto letteralmente "fermamente aggrappati ai giubbetti del segretario generale".

 


Ultima modifica 14.09.2000