Ai Compagni Italiani

Vladimir Lenin (1919)

 


La prima lettera fu pubblicata in italiano sull'Avanti! (Milano), n° 243, 2 settembre 1919.
La seconda sempre in italiano nell'Avanti! (Roma), n° 332, 5 dicembre 1919.
Trascritte da mishu, Dicembre 1999


 

Ai compagni Serrati e Lazzari [1]

Mosca, 19 agosto 1919

Cari compagni ed amici,

grazie dei saluti inviatici a nome del vostro partito. Sappiamo assai poco del vostro movimento; non abbiamo nessun documento. Tuttavia, quel poco che sappiamo ci dimostra che voi e noi siamo contro l'Internazionale gialla di Berna che inganna le masse, e per l'Internazionale comunista. Le trattative che i dirigenti dell'Internazionale gialla hanno condotto con il nostro partito dimostrano che essi sono soltanto uno Stato Maggiore senza esercito. La dittatura del proletariato e il sistema sovietico mortalmente hanno già vinto in tutto il mondo. La vittoria effettiva e definitiva verrà inevitabilmente in tutti i paesi, nonostante tutte le difficoltà, nonostante i fiumi di sangue, nonostante il terrore bianco della borghesia, ecc.

Abbasso il capitalismo! Abbasso la falsa democrazia borghese! Viva la repubblica mondiale dei Soviet!

Sempre vostro,
V. Lenin

 


 

Al compagno Serrati e ai comunisti italiani in generale

Mosca, 28-X-1919

Caro amico,

le notizie che noi riceviamo dall'Italia sono molto scarse e ci pervengono solo per mezzo di giornali stranieri non comunisti. Abbiamo saputo del vostro Congresso di Bologna e della brillante vittoria del comunismo. Mi rallegro di tutto cuore con voi e con gli altri comunisti italiani e vi auguro un successo ancora più grande e migliore. L'esempio del Partito socialista italiano avrà una grande influenza in tutto il mondo. Particolarmente la vostra decisione sulla partecipazione alle elezioni del Parlamento borghese mi sembra molto giusta. Spero che essa contribuisca a comporre i dissensi che sono sorti oggi, a questo proposito, fra i comunisti tedeschi.

Non dubito che gli opportunisti aperti o mascherati -ed essi sono molti nel gruppo parlamentare socialista italiano!- tenteranno di annullare le decisioni del Congresso di Bologna. La lotta contro queste tendenze non è ancora finita, ma la vittoria di Bologna vi renderà più facili alle vittorie.

In rapporto con la situazione internazionale dell'Italia, compiti molto difficili stanno davanti al proletariato italiano. Può darsi che l'Inghilterra e la Francia, con l'appoggio della borghesia italiana, tenteranno di spingere il proletariato verso un'insurrezione prematura per schiacciarlo più facilmente. Ma non riusciranno nei loro piani. L'eccellente lavoro dei comunisti italiani è sicura garanzia che essi riusciranno a conquistare al comunismo tutto il proletariato industriale e agricolo e anche i piccoli proprietari; allora, se il momento dell'azione sarà scelto bene relativamente alla situazione internazionale, la vittoria della dittatura del proletariato sarà definitiva. I successi del comunismo in Francia, in Inghilterra e in tutto il mondo ci garantiscono egualmente questa vittoria.

Con saluti comunisti
N. Lenin

 

Note

1. Giacinto Menotti Serrati (1876-1926) dopo aver aderito giovanissimo al socialismo, dovette emigrare in America per motivi politici; rientrato in Italia nel 1911, si impegnò in una attivissima battaglia antinterventista sulle colonne de l'Avanti! Di cui divenne direttore nel '14. A partire dal '19 fu uno dei leader della corrente cosiddetta "massimalista" che si costituì in frazione al congresso di Bologna [2], in funzione antiriformista. Con la vittoria della rivoluzione russa e la fondazione della III Internazionale venne fuori l'ambiguità della sua posizione centrista: l'appoggio al bolscevismo e l'adesione all'IC proclamati verbalmente, non vennero sempre seguiti concretamente, nel tentativo di operare una mediazione risolutiva nei settori di sinistra -che daranno vita al PCd'I- e quelli più moderati. Contrario all'espulsione dei riformisti richiesta sia dall'IC che dall'ala sinistra, dal 1920 partecipò al II Congresso del Comintern per perorare la causa dell'unità del PSI, tentando di minimizzare l'influenza dei riformisti turatiani all'interno del partito. Dopo la scissione del '22, il PSI iniziava un processo di avvicinamento al Partito comunista che fallì da lì a poco per l'opposizione interna capeggiata da Nenni e l'ostilità della direzione bordighista del PCd'I. Serrati aderirà infine al movimento comunista nel '24, entrando nel partito con la frazione "terzinternazionalista", la corrente che in quegli anni si era battuta all'interno del PSI per l'entrata immediata nel PCd'I.

Costatino Lazzari (1857-1927) nel 1885 fu tra i fondatori del POI, il Partito Operaio Italiano, un'organizzazione a carattere prevalentemente economicista, che si trasformerà dieci anni dopo nel Partito socialista italiano. Fu uno degli esponenti principali dell'ala intransigente che negli anni della guerra si espresse per un fermo antimilitarismo. A Livorno si dichiarò contro la scissione del PCd'I e si schierò a fianco dei massimalisti. Nel 1921 si recò a Mosca dove si convinse della necessità di aderire all'IC e di rompere con l'ala riformista del PSI, ma non di fondersi col giovane Partito comunista. La sua mozione al congresso di Milano (1921) favorevole alla III internazionale, fu messa in minoranza.

2. Si allude al XVI Congresso del Partito socialista italiano che si tenne a Bologna dal 5 all'8 ottobre 1919. Il Congresso decise di aderire alla III internazionale.

 


Ultima modifica 20.09.2000